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Cos'è il trading sulle materie prime?
Magari si ha una certa familiarità con il trading di titoli azionari, ma cos'è il trading sulle materie prime? Il trading di materie prime offre un sistema per diversificare oltre i titoli azionari, acquistando e vendendo materie prime come petrolio e gas naturale, metalli grezzi e preziosi, nonché prodotti agroalimentari, tra cui grano, caffè e zucchero.
I trader speculano sul valore futuro di una materia prima, con l'obiettivo di trarre vantaggio dalle fluttuazioni dei prezzi. Non dimenticare che l'aumento della volatilità rende le commodity rischiose, in quanto il loro prezzo può improvvisamente muoversi a sfavore della propria operazione, con conseguenti perdite.
Alcuni trader puntano a coprirsi dall'inflazione attraverso il trading di materie prime. Le partecipazioni nel loro portafoglio potrebbero aumentare di valore con l'incremento dei prezzi di prodotti ottenuti da materie prime.
Cosa sono le materie prime?
Ma cosa sono le commodities? Il trading di materie prime costituisce oggigiorno il fondamento dell'ecosistema commerciale globale. L'energia e i metalli sono essenziali per la produzione di beni, mentre le commodities agricole riforniscono i poli alimentari internazionali. Sono tra i beni più scambiati, per cui le rispettive variazioni di prezzo hanno ripercussioni a livello mondiale.
Principi dei mercati delle commodities
In generale, le materie prime possono essere suddivise in quattro categorie principali:
Commodities agricole: comprendono colture alimentari come cacao, cotone, mais e caffè, bestiame come suini e bovini, e colture industriali quali l'olio di palma e il legname.
Materie prime energetiche: comprendono gas naturale, petrolio greggio e benzina, carbone e uranio, etanolo ed elettricità.
Materie prime metalliche: comprendono metalli di base (rame, minerali ferrosi, zinco, alluminio, nichel, acciaio, ecc.) e metalli preziosi (oro, argento, palladio e platino).
Materie prime ambientali: comprendono certificati di energia rinnovabile, emissioni di carbonio e certificati bianchi.
Principi di trading di materie prime
Il trading di materie prime era in passato dominato da conglomerati transnazionali che acquistavano materie prime per la produzione, nonché da grandi banche e società di trading. Ma con l'avvento del trading online, i trader privati hanno avuto accesso alle piazze di scambio delle materie prime con somme di capitali alquanto modeste.
Il trading di materie prime è diventato un apprezzato strumento di copertura dall'inflazione e di diversificazione del portafoglio. Per molti trader e investitori, il trading di materie prime è il sistema preferito per salvaguardare i capitali e minimizzare il livello di rischio complessivo dei rispettivi portafogli.
Ma le materie prime non sono immuni da drastiche fluttuazioni di prezzo. I prezzi possono improvvisamente virare in direzione opposta alla propria operazione, con conseguenti perdite.
Storia del trading di materie prime
Le materie prime sono una delle forme più antiche di strumenti finanziari. Il mercato delle materie prime è antico quasi quanto la stessa civiltà umana. Alcune testimonianze storiche indicano che il riso era verosimilmente commercializzato già circa 6.000 anni fa. Vi sono prove che, intorno al 4.500 a.C., i Sumeri usavano gettoni di argilla come forma di denaro per acquistare bestiame.
Il commercio di materie prime, quali spezie, metalli e petrolio, è stato il fattore trainante dell'ascesa degli imperi nel corso della storia, alcuni dei quali hanno sviluppato complessi sistemi commerciali e mezzi di scambio.
Le borse merci furono istituite in numerose ubicazioni fisiche del mondo per agevolare il trading, e i principali Paesi produttori e commerciali hanno ancora le rispettive borse. Sebbene esistano alcune borse fisiche, la maggior parte degli scambi avviene oggi per via elettronica.
Tra le principali borse merci si annoverano il Chicago Mercantile Exchange (CME), l'Intercontinental Exchange (ICE) e il New York Mercantile Exchange (NYMEX) negli Stati Uniti, il London Metal Exchange nel Regno Unito, il Tokyo Commodity Exchange in Giappone e lo Shanghai Futures Exchange in Cina.
Caratteristiche peculiari del mercato delle materie prime
Le materie prime scambiate sulle piazze internazionali hanno tendenzialmente alcuni tratti comuni:
Risorse naturali di cui necessita la maggior parte dei Paesi o delle aree geografiche
Fonti geografiche limitate
Volatilità dei prezzi
Qualità/specifiche standard
I prezzi delle commodity sono prevalentemente determinati da numerosi fattori che possono influenzare domanda e offerta, come attività economica, stagionalità, clima ed eventi geopolitici. Significative interruzioni degli approvvigionamenti o nuove fonti di produzione possono tradursi in un'impennata o un forte calo dei prezzi.
Le principali tendenze economiche globali e i progressi tecnologici possono modificare le modalità operative delle piazze commerciali. Ad esempio, l'ascesa della Cina come polo manifatturiero ha fatto aumentare la domanda di energia e metalli e ha riorientato i flussi commerciali.
Cosa influenza i prezzi delle materie prime?
Se si vuole iniziare a fare trading sulle commodity, è opportuno acquisire familiarità con i fattori che condizionano il mercato delle materie prime. Offerta e domanda determinano la direzione dei prezzi. Se l'offerta di una commodity come il rame aumenta, il prezzo diminuisce; se l'offerta diminuisce, il prezzo aumenta.
Vediamo alcuni dei fattori che incidono su domanda e offerta e che sono responsabili della fluttuazione dei prezzi commerciali delle materie prime.
Consumo fisico
L'utilizzo delle commodity da parte di produttori e altri consumatori è uno dei principali fattori che determinano i prezzi. Ad esempio, se gli acquirenti vogliono comprare maggiori quantità di alluminio e l'offerta è stabile o bassa, dovranno pagare di più. Al contrario, se la domanda cala e c'è più alluminio disponibile sul mercato, i venditori ridurranno i prezzi per attirare gli acquirenti.
Modifiche alla produzione
Le fluttuazioni dell'offerta hanno forti ripercussioni sui mercati delle materie prime. Se alcune miniere sono costrette a ridurre la loro produzione, i raccolti vanno a male o i produttori di petrolio decidono di pomparne in quantità inferiori, l'offerta diminuisce e i prezzi aumentano. Per contro, se una nuova miniera, una nuova piantagione o un nuovo giacimento di petrolio iniziano a produrre, l'offerta sul mercato aumenta e i prezzi calano se la domanda non è sufficientemente elevata per controbilanciarla.
Oscillazioni valutarie
La maggior parte dei poli di scambio di materie prime è denominata in dollari statunitensi, motivo per cui il valore della valuta statunitense ha ripercussioni sui prezzi. Se il dollaro sale rispetto alle altre valute, le materie prime diventano più costose per gli acquirenti che devono convertire le rispettive valute in dollari, il che può ridurre la domanda. Quando il dollaro subisce una flessione, le materie prime diventano più economiche per gli acquirenti d'oltreoceano e si ha una crescita della domanda.
Contesto geopolitico
La produzione di commodity è generalmente circoscritta ad alcuni Paesi o aree geografiche. L'evoluzione di alcuni avvenimenti politici può influenzare l'offerta. Ad esempio, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina del 2018 ha condizionato l'offerta e la domanda delle materie prime. Le sanzioni del mondo occidentale nei confronti dell'Iran hanno ridotto l'offerta di greggio. E l'invasione russa dell'Ucraina ha messo in crisi la fornitura di grano sul mercato internazionale.
Attività economica
Il tasso di crescita economica di un Paese determina la sua domanda di materie prime e di altri beni. Quando un'economia è in crescita, il potere d'acquisto della popolazione aumenta e la domanda di prodotti e servizi vira al rialzo.
L'ascesa di Cina e India in qualità di importanti motori della crescita ha contribuito ad aumentare la rispettiva domanda di commodity. Ma quando un Paese entra in recessione, l'attività economica si contrae e la domanda di materie prime diminuisce.
Trasporto e stoccaggio
I costi dei trasporti marittimi, ferroviari e camionistici possono influire sui prezzi delle materie prime. Inoltre, disservizi dei trasporti, ad esempio a causa del maltempo o di scioperi degli autisti, possono far aumentare i prezzi delle materie prime nel luogo di destinazione. Possono anche far calare i prezzi, qualora gli operatori provino invece a vendere le commodity a livello locale.
Sul mercato del greggio, le petroliere vengono utilizzate come depositi galleggianti in caso di eccesso di offerta, mentre i trader attendono che i prezzi aumentino. Ciò riduce la disponibilità di navi cisterna e fa aumentare le tariffe di trasporto.
Condizioni meteorologiche
Condizioni meteorologiche avverse possono avere ripercussioni su diverse materie prime. Possono danneggiare i raccolti, interrompere la produzione di petrolio e gas e compromettere l'attività mineraria, oltre a causare problemi logistici. Il freddo può far aumentare la domanda di energia, provocando rialzi dei prezzi. Il bel tempo può invece favorire raccolti abbondanti, con conseguente eccesso di offerta delle materie prime agricole.
Stagionalità
Esistono fattori stagionali che influenzano sia la domanda che l'offerta. La domanda di alcune commodity è stagionale, come la domanda di energia che aumenta durante l'inverno e diminuisce durante l'estate.
La domanda di metalli utilizzati nel settore della gioielleria può aumentare in occasione di festività e del periodo dei matrimoni in alcuni Paesi. L'offerta di prodotti agroalimentari può invece dipendere dal periodo di raccolta delle colture.
Come negoziare le materie prime
Vuoi scoprire come si fa trading sulle commodity? Le materie prime sono più comunemente oggetto di scambi nelle borse dei futures, consentendo agli operatori di speculare sui prezzi futuri.
Gli acquirenti di commodity, ad esempio le aziende manifatturiere, effettuano anche acquisti fisici che prevedono la consegna. In qualità di trader, è possibile servirsi delle commodity in diversi modi, a seconda della propria esperienza e dell'approccio preferito.
Trading di CFD
Uno dei sistemi più diffusi per operare sui mercati delle materie prime è quello dei contratti per differenza (CFD). Un CFD è un tipo di contratto tra un trader e un broker che consente a quest'ultimo di speculare sulla differenza di prezzo intercorsa dal momento dell'apertura a quello della chiusura di un'operazione.
Quando si fa trading di CFD su materie prime, non si detiene la titolarità dell'asset sottostante, ma si specula semplicemente sulle sue fluttuazioni di prezzo. Il trading di CFD non prevede dunque il pagamento di spese extra per lo stoccaggio, come avviene invece per la consegna fisica delle commodity. Il ricorso ai CFD per negoziare le materie prime consente di andare long o short senza avere a che fare con borse merci tradizionali come CME, ICE o NYMEX.
Vi sono differenze significative tra l'acquisto di materie prime e il trading di CFD su commodity. Per via dei costi overnight, necessari per il mantenimento delle posizioni, i CFD non sono comunemente utilizzati come investimenti a lungo termine.
Ricorda che il trading di CFD è un'attività rischiosa. I contratti per differenza sono prodotti a leva, il che comporta che i potenziali utili potrebbero essere amplificati, ma lo saranno anche le perdite se il mercato si muovesse a sfavore della propria posizione.
Futures sulle materie prime
Se si è titolari di un account con un broker che propone futures, è possibile acquistare e vendere contratti attraverso un exchange di futures. Facendo trading di futures su materie prime, si stipula un accordo con un altro investitore sulla base del prezzo al quale si prevede che una commodity verrà scambiata a una data specifica.
Opzioni sulle materie prime
Le opzioni sulle materie prime sono strumenti derivati basati su contratti futures per l'asset sottostante. I contratti di opzione danno al detentore il diritto di acquistare o vendere la commodity sottostante a un dato prezzo (noto come prezzo di esercizio) a una data futura prefissata. Si realizza un profitto se il prezzo si muove verso il prezzo di esercizio entro la data di scadenza, o si perde il denaro corrisposto per il contratto se il prezzo si muove contro la posizione.
Trading materie prime fisiche
La speculazione su un prezzo con strumenti derivati è verosimilmente il sistema preferito dagli investitori retail per fare trading su una commodity, dato che difficilmente si vuole optare per la consegna fisica. Ma se si desidera possedere un asset fisico, come un lingotto d'oro o un barile di petrolio, è possibile acquistarlo da un dealer e stoccarlo in modo sicuro.
Titoli di materie prime
Cosa sono i titoli di materie prime? Un'alternativa alla speculazione diretta sul prezzo di una commodity è quella di fare trading sul titolo di una società che opera nel settore.
Ad esempio, si può investire nel titolo di un raffinatore di petrolio o di un minatore di rame, in quanto il prezzo delle azioni può reagire alle oscillazioni del prezzo della commodity sottostante. Ciò potrebbe anche ridurre la propria esposizione al rischio, dal momento che una società ben organizzata potrebbe continuare a generare profitti anche quando i prezzi delle materie prime diminuiscono.
È opportuno tenere presente che i titoli aziendali non tracciano i prezzi delle commodity in maniera diretta e che il prezzo delle azioni potrebbe anche contraddire le previsioni personali, con conseguenti perdite, in quanto i titoli sono influenzati da altri fattori come la strategia e i fondamentali del management della società.
ETF sulle materie prime
Per i trader che vogliono ottenere un'esposizione più ampia ai mercati, vi sono gli exchange-traded fund (ETF) e le exchange-traded notes (ETN) che raccolgono il denaro degli investitori per creare portafogli che tracciano il prezzo di una singola commodity o di un paniere di materie prime.
Gli ETF possono acquistare contratti futures o investire in titoli di aziende che commercializzano materie prime. Possono offrire accesso immediato a una gamma diversificata di asset che potrebbe richiedere molto più tempo per essere predisposta in autonomia. Tuttavia, gli ETF sono soggetti a commissioni di gestione e, a seconda della rispettiva composizione, potrebbero non garantire gli stessi rendimenti dell'asset che teoricamente seguono.
Pool di materie prime e managed futures
Esistono fondi privati che investono in materie prime, ma, a differenza dei fondi comuni di investimento, non sono negoziati liberamente, motivo per cui è necessario essere autorizzati ad acquistarli. I pool di commodity e i fondi managed futures possono ricorrere a strategie di trading più complesse e offrire teoricamente rendimenti più elevati rispetto agli ETF e ad altri fondi, sebbene le commissioni di gestione siano in genere conseguentemente più elevate.
Cos'è una strategia di trading di materie prime?
Prima di iniziare, è importante stabilire la strategia di trading sulle commodity da utilizzare per aprire, gestire e chiudere le proprie posizioni e minimizzare i rischi di perdite.
Esistono diverse strategie di trading sulle commodity che possono essere utilizzate in funzione della propria esperienza, tolleranza al rischio e dell'approccio prescelto. La maggior parte delle strategie sulle materie prime si serve dell'analisi tecnica, oltre a seguire i fondamentali dei mercati per decidere quando comprare e vendere.
Strategia tecnica
L'analisi tecnica utilizza una serie di indicatori grafici per tracciare le fluttuazioni dei prezzi, identificare i modelli e fornire segnali di acquisto e vendita. Gli indicatori tecnici costituiscono la base della maggior parte delle strategie di trading, in quanto individuano pattern dei prezzi che i trader possono decidere di utilizzare in svariati modi. Ogni strategia vanta una propria modalità di incorporazione degli indicatori tecnici.
Price action trading
Una strategia incentrata sull'andamento dei prezzi traccia la cronologia delle oscillazioni dei prezzi di una commodity al fine di prevedere dove potrebbe posizionarsi commercialmente in futuro. Le piazze delle materie prime sono tendenzialmente molto liquide, il che offre ai trader la possibilità di reagire rapidamente alla volatilità dei prezzi.
Il price action trading ben si adatta a un processo decisionale rapido, in quanto i trader non devono attendere i segnali degli indicatori tecnici che possono arrivare in ritardo rispetto alle fluttuazioni dei prezzi.
Trend trading
Il trend trading è anche definito position trading e adotta un approccio a più lungo termine che può durare anche mesi. I trader di trend cercano di speculare sulle tendenze direzionali dei prezzi di una materia prima. Entrano in una posizione long quando il prezzo evidenzia un trend al rialzo e vanno short quando il trend del prezzo vira al ribasso.
I trader di trend sono soliti analizzare i fattori fondamentali piuttosto che gli indicatori tecnici, in quanto potrebbe passare molto tempo prima che la tendenza si manifesti. I trend trader sono sempre alla ricerca di un'inversione di tendenza per decidere quando uscire da una posizione.
News trading
Una strategia di news trading punta a monitorare quelle notizie che potrebbero avere ripercussioni sui prezzi delle materie prime. Condizioni meteorologiche estreme e sviluppi geopolitici ne sono alcuni esempi.
Una strategia di news trading avrebbe comportato l'acquisto di commodity come petrolio, metalli o cereali all'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e la vendita quando i prezzi si sono impennati per effetto dei timori circa le conseguenze per gli approvvigionamenti. Una strategia di trading sulle notizie avrebbe anche comportato l'acquisto di materie prime in seguito alla notizia di una tempesta o di altre condizioni meteorologiche avverse che possono pregiudicare la produzione agricola o mineraria.
Strategia di position trading
Noto anche come trend trading, il position trading si focalizza sulle tendenze dei prezzi a lungo termine piuttosto che sulla volatilità a breve termine.
Range trading
Una strategia di range trading individua i livelli di supporto e resistenza stabiliti dal prezzo, in genere mediante indicatori di analisi tecnica come le Bande di Bollinger o altri strumenti grafici. I range trader acquistano quando i prezzi sono in prossimità del livello di supporto nella sezione inferiore di un range, ma vendono quando i prezzi si avvicinano alla resistenza nel vertice alto di un range.
In un mercato delle materie prime, i livelli di supporto e resistenza sono fortemente influenzati dalla domanda e dall'offerta, in quanto una forte domanda o un'offerta ridotta spingono i prezzi ai massimi, finché gli acquirenti non sono più in grado di pagare cifre esorbitanti e i prezzi rientrano nei ranghi. Per i trader è importante capire quando una commodity entra in territorio di ipervenduta, in quanto vuol dire che quella materia prima è sottostimata e il prezzo è destinato a rimbalzare.
Breakout trading
La strategia di breakout trading si sofferma sui movimenti di prezzo a breve termine. I trader cercano di trarre profitto dall'allontanamento di una commodity dal suo recente range di trading, acquistando prima che il prezzo aumenti o vendendo prima che cali.
Le strategie di breakout trading possono essere adoperate contestualmente al range trading quando un prezzo si muove al di sotto del supporto o al di sopra della resistenza, ma non sono circoscritte a tali livelli, poiché i breakout possono verificarsi in qualsiasi momento.
Trading fondamentale
Il trading fondamentale si concentra sull'analisi dei fondamentali di mercato che influenzano domanda e offerta, piuttosto che sui soli indicatori tecnici per prevedere le fluttuazioni dei prezzi.
Ad esempio, un trader di materie prime che noti un prolungato periodo di siccità in America Latina potrebbe acquistare commodity agricole in previsione di un raccolto più scarso che ridurrà l'offerta. Oppure una crescita economica sostenuta in Cina potrebbe indurre un trader a negoziare metalli industriali in previsione di una forte domanda. Al contrario, una strategia di trading fondamentale sul petrolio greggio potrebbe portare un trader a shortare il greggio in risposta ai segnali di recessione che contraggono la domanda.
Pro e contro del trading di CFD sulle materie prime
I CFD consentono di speculare sul prezzo delle materie prime senza dover ricevere una consegna fisica o preoccuparsi dei costi di stoccaggio di beni come oro o argento. A differenza dei contratti futures, i CFD non hanno una data di scadenza prefissata, il che assicura flessibilità in fatto di chiusura delle posizioni. Ricorda che i contratti per differenza sono considerati investimenti a breve termine per via delle commissioni overnight.
I CFD offrono anche la possibilità di fare trading di materie prime in entrambe le direzioni. Sia che si abbia una prospettiva positiva o negativa riguardo alle stime dei prezzi delle commodity, è possibile speculare sui futuri movimenti di prezzo al rialzo o al ribasso.
Inoltre, il trading di materie prime mediante i CFD è spesso esente da commissioni, in quanto i broker realizzano un utile dallo spread, mentre i trader cercano di trarre vantaggio dalla variazione generale dei prezzi.
Un'altra caratteristica dei CFD è che si tratta di un prodotto a leva. La leva finanziaria lo rende decisamente rischioso, in quanto può aumentare perdite e utili. Ad esempio, un margine del 10% (il numero può variare a seconda della commodity e del broker di CFD) offerto da Capital.com significa che si dovrà depositare solo il 10% del valore totale dell'operazione che si vuole aprire. Il resto è coperto dal provider di CFD.
In questo caso, se si vuole ad esempio effettuare un'operazione con un CFD del valore di 1.000 $ su una data commodity e il broker richiede un margine del 10%, si sosterrà una spesa di soli 100 $ per aprire quell'operazione.
Tuttavia, è opportuno sapere che il trading di CFD comporta anche dei rischi, in quanto i CFD sono prodotti a leva che fanno uso del margine. Ciò significa che amplificano non soltanto i guadagni se il prezzo si muove a favore della propria posizione, ma aumentano anche l'entità delle perdite se il prezzo si muove contro quella posizione. È estremamente importante effettuare ricerche personali per comprendere le modalità di funzionamento della leva e del margine prima di iniziare a fare trading di CFD.
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Trading sulla differenza: Facendo trading di CFD sulle materie prime, non si acquista concretamente l'asset sottostante. Si specula semplicemente sui rialzi o sui ribassi di una data materia prima. Un trader di CFD può andare short o long, impostare stop-loss, stop-loss garantiti e ordini limit e implementare scenari di trading in linea con i propri obiettivi. Il trading di CFD è simile al trading tradizionale in fatto di strategie associate. Ma il trading di CFD è per natura a breve termine, per via dei costi overnight. Inoltre, sono presenti ulteriori rischi associati alla leva, in quanto può amplificare sia gli utili che le perdite.
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Orari di trading delle materie prime
Se si vuole iniziare a investire in materie prime, è opportuno conoscere le tempistiche standard del mercato delle stesse, così da sapere quando è possibile aprire e chiudere le operazioni.
Per la maggior parte delle borse, gli orari di trading sulle materie prime vanno dalle 09:00 alle 23:30 ora locale nei giorni feriali. Le borse sono chiuse nel fine settimana e nei giorni festivi. In genere, le borse pubblicano annualmente un calendario con l'elenco delle date di chiusura per festività o altri motivi, affinché i trader siano preventivamente informati di eventuali modifiche al consueto orario di negoziazione delle materie prime.
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dal lunedì al mercoledì: 00:00 - 21:00; 22:05 - 00:00
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È possibile verificare in qualsiasi momento gli orari di trading di una data materia prima su una pagina di mercato dedicata del nostro sito web o sulla piattaforma.
Qual è il momento migliore per fare trading sulle materie prime?
Non esiste un momento migliore per fare trading sulle commodity. L'ora preferita della giornata per fare trading varia a seconda delle materie prime, delle borse e delle esigenze dei trader. Vi sono alcuni esempi di ore più attive di negoziazione delle materie prime in cui i volumi sono soliti essere più elevati.
I contratti per il greggio di West Texas Intermediate (WTI), il benchmark del mercato petrolifero statunitense, sono generalmente più liquidi tra le 09:00 e le 14:30 EST. I prezzi dei prodotti agroalimentari tendono a variare in seguito alla pubblicazione dei report World Agricultural Supply and Demand Estimates (WASDE), che riportano dati riguardo alle stime di domanda e offerta. Il mercato dell'oro è indicativamente più attivo all'apertura di Londra alle 08:00 GMT e all'apertura del mercato statunitense alle 13:30 GMT, in quanto i trader hanno l'abitudine di piazzare ordini subito dopo la campanella di apertura.
FAQ
Il trading sulle materie prime è redditizio?
I prezzi delle materie prime tendono ad essere decisamente volatili, il che crea opportunità per i trader di speculare sulle fluttuazioni dei prezzi, ma ciò comporta comunque anche il rischio di perdite.
Come si fa trading sulle materie prime?
È possibile fare trading di materie prime utilizzando diversi strumenti, tra cui contratti per differenza (CFD), contratti futures e di opzione, titoli azionari o, in alcuni casi, metalli preziosi e acquisto e vendita di prodotti fisici.
Come si comprano e vendono le materie prime?
È possibile acquistare e vendere materie prime attraverso exchange di futures o piattaforme di broker che offrono contratti futures o CFD.
Come si inizia a fare trading di materie prime?
Se vuoi iniziare a fare trading sulle materie prime, apri un account con il tuo provider preferito. Scegli quali prodotti vuoi negoziare. Seleziona un'appropriata strategia di trading da seguire. Utilizza strumenti di analisi tecnica e fondamentale che ti aiutino a decidere quando entrare e uscire dalle tue posizioni.
Come sono stabiliti i prezzi delle materie prime?
I prezzi delle materie prime sono determinati da domanda e offerta, che possono essere influenzate da attività economiche, condizioni meteorologiche, fattori di trasporto e stoccaggio, eventi geopolitici e valore del dollaro statunitense.
Qual è la materia prima più negoziata al mondo?
Il petrolio greggio è la materia prima oggetto di più transazioni al mondo, con il greggio Brent del Mare del Nord che rappresenta il mercato benchmark internazionale, e West Texas Intermediate (WTI) che costituisce il benchmark statunitense.
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