Una guida completa al trading sull'indice S&P 500

Scopri tutto sull'indice S&P 500, dall’evoluzione della sua quotazione ai fattori chiave che la influenzano, nonché come farci trading con i CFD.

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Cos'è l’S&P 500?

L'S&P 500, negoziabile sotto forma di CFD con la denominazione US 500 su Capital.com, e ufficialmente noto come Standard & Poor's 500 Index, è un indice del mercato azionario di cui fanno parte i principali titoli blue-chip quotati in borsa negli Stati Uniti. Dato che si compone di alcune delle aziende di maggior successo a livello mondiale, è uno degli indici più attenzionati. L'indice raggruppa 500 aziende che operano in una vasta gamma di settori, tra cui quello petrolifero, tecnologico, dell'assistenza sanitaria, dei beni di consumo e molti altri.

La composizione dell'indice S&P 500 dipende dalla capitalizzazione di mercato, motivo per cui i titoli principali figurano in cima. Per effetto del sistema di ponderazione, l'andamento delle quotazioni dei titoli azionari di prima fascia può avere ricadute sproporzionate sulla valutazione complessiva dell'indice rispetto a quelli collocati più in basso.

Come avviene con altri indici major, ad esempio il Dow Jones Industrial Average, l'S&P 500 è stabilmente utilizzato come parametro dello stato di salute e dell’andamento complessivo del mercato azionario e dell'economia del Paese.

Qual è stata l’evoluzione della valutazione dell’S&P 500?

L'indice S&P 500 ha debuttato nel 1957, istituito da Standard & Poor's, una società di servizi finanziari, con l'obiettivo di dar vita a una rappresentazione più esaustiva del mercato azionario statunitense rispetto a quella fornita dal Dow Jones Industrial Average, che raggruppa soltanto 30 società. L'indice S&P 500, invece, vanta 500 delle più grandi società del mercato azionario statunitense, così da coprire una variegata gamma di settori e comparti.

Gli albori dell'S&P 500

La storia dell'indice è stata contrassegnata da svariati eventi macroeconomici che ne hanno influenzato la valutazione. Negli anni Sessanta, l'espansione economica del secondo dopoguerra e i progressi tecnologici favorirono le performance dell'indice, mentre gli anni Ottanta furono segnati da un’intensa fase rialzista, grazie alle politiche economiche del presidente Ronald Reagan, tra cui i tagli fiscali e la deregolamentazione. Questo periodo di crescita passò però alla storia per il tristemente noto Lunedì Nero del 19 ottobre 1987, quando l'indice S&P 500 perse oltre il 20% in una sola giornata, sulla scia di un sell-off generalizzato dettato dal panico.

Negli anni Novanta, la rapida ascesa dei titoli tech e di quelli legati all’ecosistema di internet, passata agli annali come boom delle dot-com, proiettò l'indice a livelli mai raggiunti prima. Ma lo scoppio della bolla nel 2000 lo fece colare a picco, giacché gran parte dei principali titoli tecnologici virò al ribasso. Nel 2001, le ripercussioni degli attacchi dell'11 settembre furono devastanti per la valutazione dell'indice, man mano che i mercati reagivano all'incertezza e alla crisi economica che ne scaturirono.

Un altro anno cruciale in fatto di volatilità fu il 2008, quando la crisi dei mutui subprime statunitensi provocò il tracollo di grossi istituti finanziari. L'indice perse quasi la metà del suo valore dal picco toccato nel 2007, fino a toccare il fondo nel 2009. E fu necessario l'intervento del governo statunitense, con salvataggi e misure di stimolo economico, per stabilizzare il mercato, il che diede il la a una ripresa che segnò l'inizio di uno dei più lunghi periodi rialzisti della storia.

L'S&P 500 in anni recenti

Negli ultimi anni, l'indice S&P 500 è stato influenzato da diversi fattori, tra cui eventi geopolitici, tensioni commerciali e decisioni di politica monetaria della Federal Reserve. La pandemia da Covid-19 iniziata nel 2020 provocò una breve ma intensa recessione, con l'indice che fece segnare una delle flessioni più repentine della storia, cui fece seguito una rapida ripresa per effetto di inedite misure di sostegno fiscale e monetario. Negli ultimi tempi, la valutazione dell'indice è aumentata stabilmente, il che ha indotto alcuni analisti a ipotizzare che potrebbe verificarsi una correzione nell’immediato futuro.

L'indice S&P 500 si è tradizionalmente rivelato un barometro dello stato di salute dell'economia statunitense, rispecchiando la resilienza e l'adattabilità delle aziende americane. Le sue fluttuazioni continuano a essere esaminate attentamente da investitori, legislatori e analisti di tutto il mondo, il che ne fa uno strumento imprescindibile per interpretare i trend di mercato e le condizioni economiche.

Quali fattori possono influenzare le performance dell’S&P 500?

L'andamento dell'indice S&P 500 è condizionato da una serie di fondamentali eventi macroeconomici di cui è necessario avere consapevolezza per comprendere appieno questo mercato. Ecco quali sono i principali:

  • Indicatori economici: Dati quali crescita del PIL, tassi di interesse, disoccupazione, inflazione, vendite al dettaglio e fiducia dei consumatori sono tutti in grado di far oscillare l'indice, in virtù del fatto che sono driver determinanti per il sentiment degli investitori. È opportuno consultare regolarmente questi dati per avere costantemente il polso della situazione economica. Non perderti la nostra newsletter, “L’Agenda Settimanale”, pubblicata il lunedì, per avere una panoramica a 360 gradi, e consulta le nostre analisi di mercato per approfondimenti sui fattori fondamentali e tecnici che condizionano gli asset.
  • Utili aziendali: Per conoscere lo stato di salute finanziaria e la redditività delle aziende che fanno parte dell'indice S&P 500, occorre consultarne i report trimestrali. Quando gli utili superano o disattendono le stime degli analisti, si osservano tipicamente ripercussioni sulle valutazioni, sia dei singoli titoli che degli indici di cui fanno parte. Tra i dati su cui è opportuno soffermarsi si annoverano utile netto, fatturato e utili per azione, nonché altri parametri che possono fornire indicazioni in merito alle prospettive future delle società.
  • Politiche della Federal Reserve: Nel caso in cui la Federal Reserve modifichi i tassi di interesse e introduca misure di allentamento quantitativo, potrebbero esserci riflessi sulle valutazioni dei titoli e degli indici. Ad esempio, i rialzi dei tassi possono far aumentare i prezzi delle azioni, in quanto diminuiscono i costi di indebitamento e si stimolano gli investimenti, mentre i ribassi possono avere l'effetto opposto.
  • Eventi mondiali: Sviluppi internazionali quali tensioni geopolitiche, controversie commerciali e congiunture economiche nei principali mercati mondiali possono influenzare l'indice S&P 500. Eventi come la Brexit, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, e la pandemia da Covid-19 hanno evidenziato la sensibilità dell'indice agli avvenimenti che accadono nel mondo.
  • Sentiment di mercato: La fiducia degli investitori e il sentiment del mercato, spesso influenzati da notizie, indiscrezioni e trend, possono innescare volatilità a breve termine dell'indice S&P 500. Fattori quali tornate elettorali, innovazioni tecnologiche e cambiamenti nella condotta dei consumatori possono determinare repentini mutamenti nella percezione del mercato e nella psicologia di trading, talvolta in maniera alquanto illogica.
  • Politiche governative: Le politiche fiscali, tra cui la spesa pubblica, la tassazione e l’introduzione di nuove norme, possono influenzare il contesto economico e la redditività delle aziende, con conseguenti riflessi sull'indice S&P 500. Ad esempio, importanti atti legislativi e progetti infrastrutturali sono solo alcune delle attività governative passibili di influenzare il mercato.

Quali aziende fanno parte dell’S&P 500?

L'indice S&P 500 si compone di diverse società riconosciute a livello mondiale e leader dei rispettivi settori, tra cui i colossi del comparto tech Apple, Meta e Alphabet, il leader nella produzione di microchip, Nvidia, e il pioniere del segmento dei veicoli elettrici, Tesla. Anche i titani del settore bancario JPMorgan e Bank of America occupano una posizione di spicco nel listino.

Quali sono gli orari di contrattazione dell’S&P 500?

Gli orari di contrattazione dell'indice S&P 500 sono i medesimi del New York Stock Exchange e del Nasdaq Stock Market, le cui sessioni standard vanno dalle 9:30 alle 16:00, ora locale, ossia dalle 14:30 alle 21:00 UTC.

Per acquisire maggiore familiarità con le sessioni di trading e l’operatività delle borse, consulta la sezione dedicata agli orari di contrattazione dei mercati azionari.

Se si opta per fare trading di CFD, è possibile seguire in tempo reale l’andamento dell’S&P 500, grazie all'esaustivo grafico della valutazione dell’S&P 500.

Come fare trading sull’S&P 500 con i CFD

Sono diverse le soluzioni a disposizione per aprire posizioni sull’S&P 500. Innanzitutto, è possibile negoziare un prodotto derivato come un contratto per differenza (CFD), speculando sulla quotazione avvalendosi della leva finanziaria. Un CFD è un contratto finanziario, solitamente stipulato tra un broker e un trader, in base al quale una controparte accetta di corrispondere all'altra la differenza di valore di un titolo intercorsa tra il momento di apertura e quello di chiusura dell’operazione.

Ricorrendo a un CFD, è possibile aprire posizioni long (speculando sui rialzi di prezzo dell’S&P 500) o short (speculando sui ribassi). Si tratta di un investimento o di un'operazione a breve termine, in quanto i CFD vengono solitamente utilizzati con intervalli più brevi.

I CFD sono negoziati a margine, il che significa che è possibile esporsi a posizioni più ampie impegnando somme di denaro relativamente esigue.Ciò amplifica i potenziali profitti, ma anche le possibili perdite, il che rende questo tipo di trading rischioso.

Per imparare a fare trading sugli indici, consulta la nostra guida completa al trading di indici.

Oltre ai CFD, è possibile fare trading sull’S&P 500 mediante strumenti quali opzioni, ETF e fondi comuni di investimento.Le opzioni consentono di investire in maniera speculativa con un rischio controllato, gli ETF permettono di negoziare direttamente l'indice come un titolo, mentre i fondi comuni di investimento offrono un approccio gestito e buy-and-hold al monitoraggio del suo andamento. Ciascuno di essi rappresenta un'alternativa al trading a leva sui CFD ed è compatibile con diversi approcci di gestione del rischio e strategie di investimento.

Per negoziare CFD azionari su Capital.com, basta aprire un account e, dopo aver completato la procedura di verifica, utilizzare la nostra piattaforma web avanzata o scaricare l’intuitiva e pratica app. Bastano pochi minuti per iniziare e accedere ai mercati più scambiati del mondo.

Perché fare trading di CFD su indici con Capital.com?

Negoziare CFD su indici con Capital.com significa usufruire di una piattaforma intuitiva e di facile utilizzo, assistenza 24/7, prezzi equi e trasparenti, nonché di una formazione pluripremiata per aiutarti a fare esperienza sui mercati.* È possibile integrare perfettamente la nostra piattaforma intelligente con software d'elite di terze parti come TradingView e MT4, nonché mettere a punto le strategie con la nostra demo senza rischi.

*Premiata come migliore della categoria per la formazione ai ForexBrokers.com’s 2024 Annual Awards

FAQ

Cos'è l’US 500?

US 500 è la denominazione ufficiale del mercato CFD sul quale è possibile effettuare operazioni sull'indice S&P 500. La valutazione dell’US 500 visualizzata sulla nostra piattaforma replica quella del sottostante indice S&P 500, sul quale è possibile aprire posizioni long o short.

Perché l’S&P 500 è rilevante per i trader?

L'S&P 500 è ritenuto uno dei principali indici azionari in quanto rappresentativo delle performance delle più grandi e note aziende americane. Ciò significa che il suo andamento viene attenzionato da analisti finanziari e trader di tutto il mondo, che monitorano avvenimenti di particolare rilevanza, quali le decisioni sui tassi di interesse e i dati sul PIL, per ricavarne indicazioni in merito alla possibile evoluzione dei mercati.

 

Cosa influenza i prezzi dell’S&P 500?

L'indice S&P 500, che rappresenta le 500 maggiori società statunitensi quotate in borsa, è influenzato da numerosi fattori, tra cui dati finanziari, congiunture economiche internazionali, mutamenti settoriali e successi o insuccessi delle principali aziende i cui titoli hanno maggiore rilevanza all’interno di esso.

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