Una guida completa ai bias nel trading

Per bias nell’ambito del trading si intendono le tendenze psicologiche e i comportamenti irrazionali che possono influenzare l'approccio di un trader. Tali bias possono portare a prendere decisioni errate, con significative ripercussioni sui risultati dell'attività di trading. Passiamo dunque a esaminare i bias di trading più comuni, illustrando cosa sono e in che modo possono avere riflessi negativi sulle strategie adottate.

Cos’è il bias di ancoraggio?

Il bias di ancoraggio è un pregiudizio cognitivo che si manifesta quando un trader fa eccessivo affidamento su un singolo dato o un’esperienza passata per prendere decisioni. Il bias di ancoraggio è banalmente la tendenza a servirsi delle prime impressioni per formulare ulteriori giudizi.

L’ancoraggio, anche noto come effetto di ancoraggio o focalizzazione, è parte integrante degli studi di finanza comportamentale, che analizzano il modo in cui le emozioni e altri fattori esterni condizionano le decisioni economiche.

Esempio di bias di ancoraggio

Un trader acquista CFD sull’indice UK 100. Una corsa rialzista ha segnato l’inizio della sessione di contrattazioni. Il trader è certo che questo trend al rialzo si protrarrà per tutta la giornata, in quanto è fondamentalmente ancorato alle informazioni circa la "corsa rialzista" ricevute all'inizio della sessione. Anche quando il mercato inizia a esibire chiari segnali di esaurimento, non si discosta dalla sua tesi che è in fase rialzista.

Cos’è il bias di conferma?

Il bias di conferma è un pregiudizio cognitivo che influenza il modo in cui elaboriamo le informazioni. Fu rilevato per la prima volta dal filosofo greco Tucidide, ma lo psicologo inglese Peter Wason ne coniò il termine vero e proprio negli anni '60.

In quel periodo, la sperimentazione indicava che gli esseri umani sono influenzati dalle informazioni che ne attestano le convinzioni preesistenti. Successivamente, la ricerca riformulò questo fenomeno come la tendenza a verificare le ipotesi in maniera faziosa, focalizzandosi su un risultato e trascurando contestualmente gli altri.

Esempio di bias di conferma

Un trader detiene una posizione long su Tesla. Nonostante il tam-tam circa le difficoltà produttive di Tesla e l'aumento della concorrenza, il trader decide invece di soffermarsi su un tweet rialzista di Elon Musk, la cui origine era da ricercarsi in un tweet precedente che ne aveva innescato un aumento del prezzo.

Cos’è il bias di familiarità?

Il bias di familiarità è un pregiudizio cognitivo che induce a privilegiare informazioni o elementi a noi noti.

Nell’ambito del trading, ciò vuol dire che è più probabile prendere decisioni basandosi sulle proprie esperienze piuttosto che valutando oggettivamente una situazione. Ad esempio, un bias di familiarità potrebbe indurre a effettuare operazioni azionarie esclusivamente su società ubicate nel proprio Paese d'origine, in settori con i quali si ha familiarità o rinomati a livello internazionale.

Esempio di bias di familiarità

Il portafoglio azionario di un trader britannico è costituito interamente da titoli di aziende del Regno Unito, in quanto l'esposizione alle notizie riguardanti tali titoli è chiaramente più elevata. Ciò può comportare che il trader non avrà modo di diversificare operando su titoli teoricamente più redditizi di altre regioni, tra cui alcuni mercati emergenti.

Cos’è il bias del gregge?

Il bias cognitivo del gregge si manifesta quando si giustifica un modo d'agire affermando che un gran numero di altre persone sta facendo esattamente la stessa cosa. In termini di psicologia di trading, un esempio può essere la negoziazione di un asset semplicemente perché è ritenuto una commodity di tendenza da altri trader, il che potrebbe dar luogo alle cosiddette bolle.

Gli istinti tipici del bias del gregge possono anche indurre ad acquistare (o vendere) perché presi dal panico dopo aver visto sempre più persone farlo.

Il bias del gregge affonda le radici nel fatto che seguire la massa condurrà ai risultati sperati, in quanto i grandi numeri ispirano sicurezza. Ma è un concetto ben più profondo: non si decide consapevolmente di seguire il gregge, ma lo si fa perché è innato in tutti noi.

Esempio di bias del gregge

Durante la bolla delle dotcom della fine degli anni '90 e dell'inizio degli anni 2000, molti iniziarono a investire spasmodicamente in aziende tech statunitensi il cui core business ruotava intorno a internet, indipendentemente dai fondamentali di queste società. I prezzi dei titoli tecnologici finirono dunque per aumentare sensibilmente, salvo poi colare a picco.

Cos’è il bias del senno di poi?

Il bias del senno di poi è la tendenza a rimuginare su un evento passato non prevedibile e sostenere che il suo esito fosse sostanzialmente scontato. È noto anche come l’effetto “sapevo tutto dall’inizio” o “determinismo strisciante”. Si manifesta nelle più disparate situazioni, dagli eventi sportivi alle elezioni e al meteo, e può avere ripercussioni sulla psicologia di trading.

Fare trading comporta effettuare numerose previsioni circa la direzione di un mercato, quali asset investire, quali derivati negoziare, ecc. Un trader prende inevitabilmente centinaia di decisioni in un breve arco di tempo. Se solo una manciata di esse si rivelassero corrette, è probabile che l'effetto del senno di poi induca il nostro ipotetico trader a pensare di avere una sorta di tocco di re Mida, anche se, in realtà, il suo tasso di successo è alquanto basso.

Esempio di bias del senno di poi

Un trader inesperto riesce a guadagnare denaro con le prime operazioni effettuate. Può darsi che avesse buone informazioni o magari solo una buona dose di fortuna, oppure che fosse particolarmente sagace. Ma il trader non sa realmente perché il mercato ha oscillato in quel modo.

Qualunque sia il vero motivo del suo successo precoce, si convince che la buona sorte fosse ineluttabile, il che può portarlo a esporsi a eccessivi rischi che, a loro volta, potrebbero tradursi in perdite.

Cos’è il bias di negatività?

Per bias di negatività si intende un pregiudizio cognitivo che si verifica quando un trader rievoca e si sofferma eccessivamente sui risultati negativi dell'attività di trading, a tal punto da lasciare che emozioni come paura e ansia indirizzino il suo futuro processo decisionale.

Il bias di negatività è oggetto di studi della finanza comportamentale, che analizza il modo in cui le emozioni e altri fattori esterni influenzano le scelte economiche.

Esempio di bias di negatività

Tempo addietro, un trader ha aperto una posizione long in CFD su Apple. Per effetto di una serie di fattori, ha subito una perdita. Pertanto, rimugina eccessivamente sulla perdita subita, il che lo porta a prendere decisioni dettate dalla paura e da assunti irrazionali piuttosto che dai trend di mercato e dall’analisi. Ne consegue che, anche quando le condizioni di mercato migliorano, il trader opta per non effettuare nuove operazioni.

Cos’è il bias di overconfidence?

Il bias di overconfidence è la tendenza a sopravvalutare le proprie competenze e conoscenze, il che sfocia nel riporre eccessiva fiducia nel processo decisionale. Il bias di overconfidence in ambito finanziario può rivelarsi deleterio per i trader, in quanto può indurre a commettere errori che potrebbero poi tradursi in perdite.

Esempio di bias di overconfidence

Un esempio di bias di overconfidence nel trading si ha quando un trader ritiene che un asset continuerà a fluttuare a suo favore, nonostante la presenza di notizie o segnali negativi.

Supponiamo che un trader abbia realizzato un profitto in passato andando long sui CFD di Amazon. Ha dunque fiducia che il prezzo continuerà verosimilmente ad aumentare, il che può indurlo a lasciare la posizione aperta troppo a lungo, per cui, quando la traiettoria del prezzo inverte la rotta, finisce col subire perdite ingenti.

Cos'è il bias di recency?

Il bias di recency si verifica quando ci si sofferma esclusivamente sull’andamento recente degli asset o sugli ultimi risultati, siano essi positivi o meno. In sostanza, questo bias indica la tendenza dei trader a monitorare le fluttuazioni di prezzo, le notizie o le informazioni più recenti e a trascurare o non prendere in esame ciò che è accaduto in passato.

Esempio di bias di recency

Un trader inesperto decide di iniziare a fare trading azionario. Dopo aver fatto qualche ricerca, individua tre società sulle quali vorrebbe iniziare a investire. Osservando i dati di queste aziende degli ultimi 10 anni, i loro rendimenti medi sono stati rispettivamente del 20%, 30% e 50% su base annua.

A rigor di logica si dovrebbe puntare sull’azienda che vanta un rendimento del 50% negli ultimi dieci anni. Ma il trader decide di scartare questa azienda quando scopre che uno degli investitori del gruppo aveva recentemente investito denaro in un'azienda che ha dichiarato bancarotta.

Anche se non esisteva alcun nesso tra la società fallita e l'azienda con il rendimento del 50%, nella mente del trader si è formata una correlazione negativa che ha influenzato la sua decisione.

Cos’è il bias di auto-attribuzione?

Il bias di auto-attribuzione, noto anche come bias egoistico, è un pregiudizio cognitivo nell’ambito del trading che si manifesta quando si attribuiscono meriti alle proprie competenze e colpe a fattori che esulano dal proprio controllo, come la sfortuna, in caso di perdite.

Il bias di auto-attribuzione può sfociare in eccessiva fiducia ed esposizione a rischi, in quanto i trader potrebbero sopravvalutare le proprie capacità quando numerose operazioni consecutive vanno a buon fine e, al contrario, potrebbero non ammettere i propri errori quando subiscono perdite.

Esempio di bias di auto-attribuzione

Tra gli esempi di bias di auto-attribuzione nel trading si annoverano l’eccessiva attribuzione di meriti per le vittorie, l’additare fattori esterni per le perdite, l’overconfidence e la scelta di ignorare gli errori commessi in passato. Il bias può portare ad assumersi rischi eccessivi, al mancato apprendimento, al bias del senno di poi e a quello di conferma, ad un’autovalutazione non accurata e al riporre troppa enfasi sui risultati a breve termine.

Cos’è il bias di sopravvivenza?

In finanza, il bias di sopravvivenza è la tendenza a ritenere i titoli “sopravvissuti” una rappresentazione accurata dell’andamento generale, ignorando i titoli che non hanno avuto buoni risultati o che sono finiti fuori dal mercato per effetto di performance mediocri o altri fattori. Ciò può indurre i trader a prendere decisioni sbagliate.

Esempio di bias di sopravvivenza

Nel 2020, il trader e sviluppatore di software Michael Harris ha messo alla prova e poi discusso delle conseguenze del bias di sopravvivenza sul momentum trasversale sul blog Price Action Lab.

Nel suo test, Harris ha testato una strategia di trend-following su due diversi campioni di quotazioni, uno soltanto dei quali includeva titoli oggetto di delisting, a mo’ di esempio di bias di sopravvivenza.

Il test è stato effettuato su titoli dell'indice Dow Jones (US Wall Street 30) e dell’S&P 500 (US 500), trascurando in entrambi i casi che il portafoglio con il bias di sopravvivenza aveva performato significativamente meglio, il che aveva indotto Harris ad affermare:

“Trascurare il bias di sopravvivenza può condurre a risultati estremamente fuorvianti. In molti casi, quando si aggregano il bias di sopravvivenza e altre fonti di bias, gli effettivi risultati sono casuali”.

Cos’è il bias di avversione alla perdita?

L’avversione alla perdita è un pregiudizio cognitivo che indica la propensione delle persone a provare emozioni negative più intense e disagio psicologico quando perdono qualcosa, rispetto alle emozioni positive percepite dopo aver conseguito qualcosa. Nel trading, il bias di avversione alla perdita consiste nella tendenza a fare tutto il possibile per scongiurare perdite piuttosto che tentare di realizzare guadagni di pari entità.

Esempio di bias di avversione alla perdita

Un trader detiene una posizione long su CFD Meta. Il titolo inizia a calare. Sopraffatto dall’avversione alla perdita, il trader non vuole assolutamente disfarsi della posizione in perdita. Sebbene il mercato esibisca segnali inequivocabili dell’inizio di un prolungato trend ribassista, non pensa affatto a chiudere la posizione per minimizzare le perdite e decide di lasciarla aperta sperando che recuperi terreno. Il titolo, però, continua a scivolare in basso e il trader subisce perdite ancora più ingenti. Questo tipo di condotta viene spesso definito “errore dei costi irrecuperabili”.

Come circoscrivere i bias nel trading

Indipendentemente dal bias, è possibile adottare contromisure per minimizzarne gli effetti. Non tralasciare le seguenti attività per fare trading in maniera più obiettiva, con meno emozioni e un numero inferiore di dati fuorvianti.

  • Diversifica le tue informazioni: affidati a una serie di fonti di informazione, piuttosto che puntare esclusivamente su dati o titoli particolari. Ciò può contribuire a presentare un quadro più esaustivo e accurato delle potenzialità di un’operazione. Per saperne di più sui mercati e su come muovere i primi passi nel trading, consulta le nostre guide ai mercati

  • Implementa le regole di trading: stabilisci regole stringenti per evitare di prendere decisioni impulsive o irrazionali. Ad esempio, potresti determinare una percentuale massima del tuo portafoglio da destinare a un singolo asset.

  • Diversifica il tuo portafoglio: la diversificazione tra svariati asset o strumenti può scongiurare che si sviluppi eccessivo attaccamento a una data posizione.

  • Tieni a bada le tue emozioni: mantieni l’autodisciplina. Il trading può essere un’attività fortemente emotiva, soprattutto quando improvvisi sviluppi di mercato innescano un’elevata volatilità.

  • Adotta un approccio sistematico: implementa un approccio sistematico al trading per attenuare l’impatto complessivo dei bias emotivi. Questo tipo di approccio può prevedere di stabilire una serie ben delineata di criteri di trading e assicurarsi di attenersi ad essi, piuttosto che fare affidamento sull’intuizione o sui giudizi soggettivi.

  • Tieni un diario di trading: un diario di trading può aiutare a tenere traccia del processo decisionale, nonché delle operazioni vincenti e di quelle non andate a buon fine, così da rilevare errori di performance e capire se i bias di ancoraggio hanno avuto un ruolo.

Anche se la tua attività di trading è quasi del tutto esente da bias, occorre comunque disporre di un’efficace strategia. Scopri di più sulle strategie di trading qui. Non te la senti ancora di tuffarti nei mercati live? Esercitati senza correre rischi con un account demo.

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