Le divergenze con l'RSI di Wilder
10:00, 3 July 2024
L’RSI – acronimo di Relative Strenght Index - è con lo Stocastico uno tra gli oscillatori più utilizzati tra i trader soprattutto alle prime armi, sia per la sua facilità d’uso sia per la sua idoneità a segnalare, come subito vedremo, sia le divergenze con il prezzo sia zone opportunamente selezionabili di ipercomprato e ipervenduto.
Questo oscillatore viene presentato per la prima volta da J.Welles Wilder nel 1978 nel suo libro “New concepts in Technical Trading System”. E’ un indice di forza relativa, come la stessa denominazione Relative Strenght Index sta a significare.
Vediamo subito qual è il suo utilizzo nel trading di tutti i giorni.
L’RSI è comunemente utilizzato dai traders su qualunque strumento come indicatore di momentum, cioè per misurare l'intensità con la quale avviene la variazione del prezzo.
Per calcolare l’RSI viene utilizzata la media della differenza tra i prezzi di chiusura delle sedute al rialzo e la somma tra la stessa media e la media del valore assoluto delle differenze di chiusura al ribasso nel periodo preso in considerazione.
Siamo consapevoli che è più complicato comprendere il sistema di calcolo appena descritto ma abbiamo ugualmente voluto soffermarci sull’argomento perché riteniamo che comprendere cosa ci sia dentro il motore di un algoritmo possa avere qualche utilità.
Tralasciando ulteriori approfondimenti sul metodo di calcolo possiamo aggiungere che l’RSI viene rappresentato come una linea continua che oscilla fra il valore zero e il valore 100 con delle aree di ipercomprato e ipervenduto, rappresentate rispettivamente dalle soglie 70 e 30. Come detto le zone di ipercomprato e ipervenduto possono essere variate a piacere, ad esempio alcuni trader utilizzano le soglie di 80 e 20 al posto di 70 e 30.
Di default il calcolo di questo oscillatore viene fatto prendendo in considerazione 14 periodi (è la finestra temporale di dati analizzata), tuttavia questo valore si può ridurre o aumentare a seconda della sensibilità desiderata. Logicamente abbassando il periodo sul quale viene calcolato l’algoritmo avremo un oscillatore più sensibile, adatto a segnali d’ingresso più veloci. Viceversa, alzando il periodo, avremo una minore sensibilità e quindi una impostazione adatta ad un trading più conservativo.
Le tecniche di trading basate su questo oscillatore sono diverse, dal buy o sell generati dal semplice attraversamento della linea mediana del livello 50, alla ricerca di aree di esaurimento fornite dai livelli di ipercomprato o ipervenduto.
A nostro avviso un interessante utilizzo di questo oscillatore è dato dalla ricerca delle divergenze con il prezzo in quanto è possibile comprendere in questo modo quando il movimento direzionale sta perdendo forza.
Vediamo subito un esempio in Figura 1 per spiegare meglio il concetto:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Figura 1. RSI al al lavoro sul’indice Dax40 - time frame 4 ore
Quello riportato in Figura 1 è il grafico dell’indice Dax40 a 4 ore.
Come possiamo vedere nella porzione di grafico precedente la freccia blu i prezzi mettono a segno una sostenuta discesa con la linea dell’RSI che si porta in area di ipervenduto, quindi sotto la soglia di 30.
Successivamente i prezzi attuano una correzione verso l’alto e poi tornano a scendere andando a generare un minimo inferiore al precedente (freccia blu decrescente sul grafico del prezzo)..
Nello stesso tempo però l’oscillatore non è in grado di riportarsi a valori inferiori ai precedenti e attua un minimo crescente rispetto al precedente (freccia blu crescente sull’indicatore).
Questa particolare condizione segnalata dalle frecce blu ci indica che la forza della tendenza in atto si è indebolita e che i prezzi potrebbero attuare un'inversione di tendenza.
In effetti, in questo caso specifico, i prezzi, dopo aver dato luogo alla divergenza, in questo caso rialzista, generano una vera e propria inversione di tendenza e tornano a salire.
Su questo oscillatore le divergenze si generano abbastanza spesso su qualunque tipo di grafico indipendentemente dall’arco temporale preso in considerazione e non è affatto difficile individuarle.
Vediamo ora un altro esempio in Figura 2 ma con una condizione opposta, cioè con una divergenza ribassista.
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Figura 2. Divergenza ribassista con RSI sul’indice Dax40 - time frame 4 ore
Rimaniamo sempre sull’indice Dax40 a 4 ore, proprio per dimostrare che non è affatto raro il verificarsi di divergenze su questo oscillatore proprio alla fine di un movimento anche su un time frame piuttosto elevato.
Nel grafico di Figura 2 vediamo che dopo un movimento rialzista molto sostenuto, ad inizio ottobre, la linea dell’RSI si porta al di sopra della soglia di 70, che, come detto in precedenza, rappresenta un valore di ipercomprato.
Subito dopo i prezzi attuano una correzione verso il basso e poi tornano a salire andando a creare un massimo lievemente più alto del precedente, mentre l’oscillatore, sul secondo movimento verso l’alto, non è in grado di realizzare un massimo superiore al precedente creando così una divergenza ribassista in corrispondenza delle frecce blu sul grafico.
In questo caso tale divergenza non genera una vera e propria inversione ma dà origine ad una correzione di oltre 500 punti indice.
E’ doveroso far presente che in condizioni di trend molto forti questo oscillatore non è esente dal generare falsi segnali, è per questo è consigliabile applicare comunque un filtro come ad esempio i pattern candlestick che abbiamo esaminato in altri articoli, che ci forniscono un notevole aiuto in merito all’individuazione dei livelli di entrata e di stop loss.
Stay tuned.
Bruno Moltrasio