L'oscillatore stocastico
07:21, 25 October 2023
L’oscillatore stocastico
L’oscillatore stocastico viene ideato da George Lane già nel 1970 e non crediamo di sbagliare se affermiamo che è fra gli strumenti di analisi algoritmica più conosciuti e utilizzati dai traders.
Per la sua costruzione si prendono in considerazione le chiusure di barra e si confrontano con i valori massimi e minimi delle ultime “n” barre (di default il valore preso in considerazione è 14). Ne deriva che chiusure di barra molto vicine ai massimi degli ultimi “n” periodi sono tipiche di tendenze rialziste; al contrario, chiusure di barra in prossimità dei minimi, sono invece tipiche di tendenze al ribasso.
Non riportiamo formule di calcolo in quanto praticamente tutte le piattaforme di analisi forniscono questo strumento, annotiamo semplicemente che nella costruzione originale il valore attuale viene rapportato ai valori minimi e massimi del prezzo registrati in un dato periodo. Da questo calcolo si estrae un valore definito %K. Una volta individuato il valore %K si calcola la sua media e si ottiene così il valore %D.
Di questo strumento possiamo ritrovare 3 diverse versioni:
Stocastico veloce (fast stocastic)
Stocastico lento (low stocastic)
Stocastico completo (full stocastic)
Il primo, lo stocastico veloce, rappresenta la formula originale di Lane. In questa versione la linea %K si ottiene rapportando in percentuale il prezzo di chiusura e il prezzo di un certo range, per un periodo di 14 giorni. La linea %D è semplicemente una media mobile (in genere a 3 periodi) della %K.
Per la sua natura, appunto veloce, questa versione di stocastico presenta il problema di essere troppo reattivo e di difficile applicazione ed è per tale motivo che si è pensato di creare una versione che potesse generare dei segnali più lenti e di più semplice interpretazione.
Questa versione è la seconda che abbiamo elencato sopra, lo stocastico lento.
In questo caso la linea %K viene costruita utilizzando una media mobile (a 3 periodi) della linea %D (della versione stocastico veloce) mentre la %D rappresenta anche essa la media mobile (a 3 periodi) della nuova linea %K.
La terza e ultima fra le versioni più utilizzate è quella che restituisce uno stocastico completo, totalmente personalizzabile, dove à l’utente ad impostare tutti i parametri necessari, vale a dire il numero di periodi da prendere in considerazione e il numero di periodi sia per la %K che per la %D.
Quest’ultima versione avendo il pregio di essere personalizzabile è quella più utilizzata nel trading di tutti i giorni.
Lo stocastico è un oscillatore e in quanto tale, “oscilla” fra due valori, un valore minimo posto sul livello dello zero e un valore massimo pari a 100, questo significa che non importa di quanto il prezzo di riferimento si muoverà, i valori dell’oscillatore saranno sempre compresi fra 0 e 100.
In pratica in un trend molto pronunciato lo stocastico arrivati ad un certo punto si appiattisce dando luogo ad un fenomeno conosciuto come pop up (nel caso di ipercomprato, vale l’inverso in caso di trend discendente); situazione questa che rende consigliabile evitare di utilizzarlo per generare segnali di trading.
Come per tutti gli oscillatori, anche in questo caso vengono determinate aree di ipervenduto e ipercomprato, rispettivamente fissate in 80 e 20 ma ovviamente si può decidere, in base allo strumento utilizzato e al time frame di riferimento di modificare tali parametri (in genere si scelgono come alternativa i livelli 70 e 30).
Per quanto riguarda il suo utilizzo, vorremmo sottolineare che questo indicatore è molto adatto al trading per fasi di mercato laterali e poco efficace invece per fasi di mercato in tendenza.
Nel grafico di figura 1 abbiamo conferma di quanto appena affermato:
Figura 1. Lo Stocastico in azione.
Notiamo come in fase laterale questo indicatore riesca a scandire in modo eccellente minimi e massimi, mentre comincia ad avere delle difficoltà nel momento in cui i prezzi vanno in tendenza.
Quando i prezzi sono in trend, infatti, spesso l’indicatore non riesce a raggiungere l’area di ipervenduto o ipercomprato, mentre tende a stazionare eccessivamente nell’area di ipervenduto (sotto 20) in caso di tendenza al ribasso, e ipercomprato (sopra 80) in caso di tendenza al rialzo, fornendo spesso diversi dei falsi segnali.
Come risulta evidente dal grafico di Figura 1, risulta facile operare con questo indicatore in fasi di mercato laterale, comprando quando lo stocastico si trova in area di ipervenduto e la %K incrocia dal basso verso l’alto la %D. Al contrario risulta semplice trovare un valido ingresso per la vendita quando l’indicatore si trova in area di ipercomprato e la %K incrocia dall’alto verso il basso la %D.
Tuttavia non dobbiamo scartare del tutto l’idea di operare anche in fasi trending del mercato, avendo l’accortezza di individuare una tendenza e valutare l’apertura di una posizione in direzione della tendenza in atto, esattamente come mostrato nel grafico di Figura 2:
Figura 2. Possibile utilizzo dello Stocastico in fasi trending di mercato.
Una volta individuata la tendenza considerando minimi e massimi, possiamo aprire posizioni solo nella direzione della tendenza in atto. In altre parole in una tendenza al rialzo valuteremo esclusivamente l’apertura di operazioni rialzisteì nel momento in cui l’indicatore si trova in area di ipervenduto e le due linee si incrociano.
Al contrario valuteremo di aprire operazioni esclusivamente ribassiste (short) in una tendenza al ribasso, quando l’indicatore entra in area di ipercomprato e le due linee %K e %D si incrociano.
Nel caso di tendenza non ben definita possiamo comunque utilizzare questo oscillatore ma avendo l’accortezza di andare ad intercettare le divergenze fra indicatore e prezzi, esattamente come possiamo vedere nel grafico di Figura 3:
Figura 3. Utilizzo delle divergenze con lo Stocastico.
In quest’ultimo grafico possiamo notare ben quattro divergenze tra prezzo e oscillatore, tre ribassiste e una rialzista. Ricordiamo che una divergenza è un andamento non coerente fra prezzi ed indicatore: in una divergenza rialzista i prezzi effettuano minimi discendenti mentre l’oscillatore effettua minimi ascendenti. Al contrario in una divergenza ribassista i prezzi realizzano massimi ascendenti mentre l’oscillatore restituisce massimi discendenti.
Come per la maggior parte degli indicatori e oscillatori anche lo Stocastico si presta molto bene ad essere inserito in strategie più articolate per funzionare da filtro ed è questo l’uso che consigliamo di farne piuttosto che utilizzarlo come unico strumento per segnalare ingressi in posizione.