L’indicatore Williams %R
09:38, 18 October 2023
Nel lontano 1973 (ebbene si, sono ormai passati 50 anni) il leggendario trader Larry Williams, uno che sicuramente non ha bisogno di presentazioni. creava un indicatore tanto semplice quanto efficace denominato “Williams %R”
Il principio di funzionamento di questo indicatore è simile a quello del forse più conosciuto “Stocastico” di George Lane ma mentre quest’ultimo indicatore viene calcolato utilizzando la differenza fra la chiusura e il minimo dei minimi, il Williams %R prende in esame la differenza fra la chiusura e il massimo dei massimi.
Quella utilizzata dall’indicatore Williams %R è una scala inversa rispetto ai normali oscillatori, cioè oscilla da 0 a -100, con una soglia di ipercomprato sopra -20 e una soglia di ipervenduto fissata a -80.
Vediamo subito in Figura 1 come si presenta graficamente questo indicatore con l’immagine seguente:
Figura 1. Il Williams %R in azione.
Questo indicatore, molto efficiente, ci fornisce un grande aiuto nell’individuare le potenziali inversioni di mercato, cioè le fasi di esaurimento della tendenza in atto. Effettivamente se riflettiamo sui principi con i quali è costruito, prendendo in considerazione una tendenza molto forte allorché notiamo che le chiusure non sono in grado di mantenersi vicino ai massimi, possiamo supporre che il trend in atto si stia indebolendo. In tale contesto dovremmo prepararci ad intercettare una potenziale inversione di tendenza.
Se invece ci troviamo all’interno di una tendenza di mercato fortemente ribassista e i prezzi in chiusura non sono in grado di mantenersi vicino ai minimi, potrebbe significare che la tendenza in atto anche in questo caso si stia indebolendo; quindi dovremmo prepararci ad una inversione di trend da ribassista a rialzista. O quantomeno potremmo assistere ad un rimbalzo dei prezzi.
Se torniamo ad esaminare il grafico presentato sopra qui ora in Figura 2 possiamo intercettare i livelli sopra descritti:
Figura 2. Zone di ipercomprato / ipervenduto con il Williams %R.
Abbiamo evidenziato tutte le fasi di eccesso sia al ribasso che al rialzo e non può sfuggire all’occhio del trader esperto che se utilizziamo l’indicatore nel modo classico possiamo andare incontro a molti falsi segnali perché nelle forti fasi di tendenza l’indicatore entra nelle aree di ipercomprato/ipervenduto e tende a restarci per un po’ prima di attuare l’inversione.
E’ per questo motivo che uno dei modi per filtrare questi falsi segnali è quello di intercettare le divergenze che risultano essere molto efficaci, tralasciando quei segnali che non generano divergenze fra prezzi e indicatore.
Riprendendo il grafico precedente vediamo in Figura 3 quali situazioni evidenziavano delle divergenze che potevano essere prese in considerazione per entrare in posizione:
Figura 3. Divergenze con il Williams %R
Apriamo una piccola e veloce parentesi per ricordare che una divergenza ribassista si manifesta quando sui prezzi si generano massimi crescenti, mentre sull’oscillatore si verificano massimi decrescenti.
Al contrario, abbiamo una divergenza rialzista quando sui prezzi si generano minimi decrescenti mentre sull’oscillatore mette a segno minimi crescenti.
Considerato che il grafico sopra riportato è un grafico a 4 ore, possiamo dire che non è raro intercettare delle divergenze e conseguentemente setup di entrata ad alta probabilità di successo.
Analizziamo il grafico di Figura 3 partendo da sinistra verso destra. Abbiamo anzitutto una prima divergenza ribassista, cioè sui prezzi si generano dei massimi ascendenti, mentre sull’oscillatore abbiamo massimi discendenti.
Stessa situazione per la seconda divergenza segnata sul grafico anch’essa ribassista, mentre la divergenza successiva è divergenza rialzista, cioè mentre i prezzi continuano a scendere sull’indicatore si formano due minimi ascendenti in rapida successione.
Infine abbiamo ancora una divergenza rialzista, molto chiara in quanto si verifica un doppio minimo sui prezzi mentre l’oscillatore mostra minimi crescenti.
Questo è un caso particolare che si allontana un po’ dalle linee guida dei manuali di analisi tecnica, ma chi pratica il trading (e non lo studia solo sui manuali) considera divergenza anche i casi in cui i minimi (o i massimi) siano allineati mentre l’oscillatore mostra minimi o massimi non allineati.
Vediamo ora in Figura 4 come è possibile sfruttare operativamente l’oscillatore Williams %R step by step con un semplice grafico orario :
Figura 4. Esempi di operatività con il Williams %R.
Nel grafico di Figura 4 abbiamo intercettato una forte tendenza rialzista che porta i valori del Williams %R al di sopra dei -20, cioè al disopra della soglia di ipercomprato.
Non interveniamo subito, in quanto come abbiamo visto non è prudente aprire una posizione non appena l’oscillatore entra in area di ipercomprato, ma attendiamo ancora un’indicazione di indebolimento della tendenza in atto che arriva poco dopo.
I prezzi, infatti, dopo una lieve correzione tornano a salire generando un massimo più alto del precedente. La stessa dinamica però non si verifica sull’oscillatore che invece sulla seconda spinta rialzista non è in grado di superare il massimo precedente e genera due massimi discendenti, cioè come abbiamo visto quella che può classificarsi come una divergenza ribassista.
A questo punto ci prepariamo ad aprire una posizione ribassista andando ad intercettare una candela di inversione che si generi subito dopo la divergenza, questa sarà la nostra candela di setup e servirà a darci anche delle indicazioni sulla gestione della posizione.
Entriamo al ribasso sulla violazione del minimo della candela di setup, la candela reversal rossa, e piazziamo uno stop loss qualche tick al di sopra del suo massimo.
Ora inseriamo i nostri target, come possiamo vedere nel grafico di Figura 5:
Figura 5. Esempio di setup con il Williams %R.
Il primo target sarà uguale all’ammontare del nostro stop loss, cioè uguale all’ampiezza della candela di setup.
Una volta che il prezzo andrà nella nostra direzione e colpirà il primo target possiamo uscire con l’intera posizione, o se preferiamo possiamo continuare a gestire la posizione e beneficare di un eventuale proseguimento del movimento al ribasso. Potremo cioè liquidare metà posizione sul primo target, spostando lo stop loss a break even e posizionando il secondo target sul doppio dell’ampiezza della candela di setup.
Non è certo raro che una inversione possa regalarci un rapporto di 1:2 come rischio rendimento, come possiamo vedere sul grafico di Figura 5.
Chiaramente è solo un esempio di setup e gestione della posizione e il lettore potrà abbinare la propria tecnica al Williams %R usandolo, se del caso, come semplice filtro e gestendo l’operazione nel modo che più gli si addice.
Concludendo possiamo dire che l’utilizzo di questo oscillatore, abbinato ad altri strumenti di analisi ci può fornire delle ottime indicazioni sia direzionali che di timing che se diligentemente gestiti può regalarci un vero e proprio metodo operativo.