L'indicatore RSI di Welles Wilder
09:16, 10 October 2023
L’indicatore RSI, che in verità fa più propriamente parte parte della categoria degli oscillatori, viene presentato per la prima volta da J. Welles Wilder nel 1978 nel suo libro “New concepts in Technical Trading System”.
RSI è un acronimo che sta per Relative Strenght Index, dunque l’RSI è niente altro che un indice di forza relativa utile a segnalare quando uno strumento finanziario mostra particolare forza o debolezza, informazioni che possono trarsi dal fatto che l’oscillatore si trova in zona di ipercomprato o ipervenduto (vedremo tra poco come capire e sfruttare questa informazione).
Questo oscillatore viene comunemente utilizzato per analizzare qualunque tipo di strumento in quanto misura l’intensità con la quale avviene la variazione dei prezzi. Proprio per questo motivo possiamo includerlo tra gli indicatori di momentum.
In generale non ci soffermiamo sulle formule utilizzate per il calcolo degli indicatori ma in questo caso può essere utile conoscere il criterio di calcolo dell’RSi per meglio comprendere come lavora.
Vediamo anzitutto la formula:
RSI = 100 – [ 100 / ( 1 + RS )]
dove RS è dato dal rapporto della media della differenza tra apertura e chiusura nelle sedute al rialzo diviso la media della differenza tra apertura e chiusura (in valore assoluto) nelle sedute al ribasso, nel periodo “n” considerato.
Sembra uno scioglilingua ma non ci possiamo fare niente… è proprio così.
Tralasciando ulteriori approfondimenti sul metodo di calcolo, dobbiamo invece dire che così calcolato l’oscillatore RSI viene rappresentato graficamente come una linea continua che oscilla fra il valore zero e il valore 100, identificando delle aree di ipercomprato e ipervenduto, che lo stesso WILDER aveva indicato nelle soglie superiore a 70 (per ipercomprato) e inferiore a 30 (per ipervenduto).
Riguardo al dominio temporale dell’oscillatore, il periodo “n”, solitamente viene settato di default a 14 nelle principali piattaforme di trading ma ovviamente può essere variato a piacimento sia in relazione allo strumento finanziario da analizzare che al time frame utilizzato e alle condizioni di mercato.
Logicamente abbassando i periodi avremo un oscillatore più sensibile, adatto a segnali d’ingresso più veloci e, viceversa, aumentando il periodo avremo una minore sensibilità e quindi una impostazione adatta ad un trading più conservativo.
Chiaramente occorre prestare attenzione perché se è pur vero che diminuendo il dominio temporale (“n” < 14) l’oscillatore migliora la sua reattività rispetto al movimento del prezzo, offrendo quindi maggiori opportunità operative, il rovescio della medaglia è che si vedranno aumentare i falsi segnali.
Le tecniche di trading basate su questo oscillatore sono diverse: i segnali di acquisto e di vendita possono essere generati, ad esempio, dal semplice attraversamento da parte dell’oscillatore della linea mediana del livello 50; oppure si può andare alla ricerca di aree di esaurimento del trend in essere allorché l’oscillatore entra nelle aree delimitate dai richiamati livelli di ipercomprato o ipervenduto (70/30).
A nostro avviso questo oscillatore può essere inserito in una strategia di trading come cofnerma del timing di ingresso andando ad individuare eventuali divergenze con il prezzo ottima indicazione, questa, della perdita di forza del trend in essere
Vediamo subito un primo esempio in Figura 1.
Figura 1 - RSI all’opera in divergenza rialzista sull’indice Germany40
Quello riportato sopra è il grafico dell’indice germany40 (l’indice tedesco Dax) su time frame a 4 ore.
Come possiamo vedere dopo una discesa piuttosto sostenuta seguita per tutto il tragitto da alaoga discesa dell’RSi, l’oscillatore si porta nell’area di ipervenduto, sotto la soglia di 30 (RSI < 30).
Successivamente i prezzi attuano una correzione verso l’alto e poi tornano a scendere andando a generare un minimo inferiore al precedente. Nello stesso tempo però il Relative Strngth Index non è in grado di riportarsi a valori inferiori ai precedenti e attua un minimo crescente rispetto al precedente.
Questa particolare condizione che in pratica evidenzia una divergenza (rialzista) tra andamento dei prezzi e dell’oscillatore, ci indica che la forza della tendenza ribassista in atto si è indebolita e che i prezzi potrebbero invertire il trend in atto.
Nel caso specifico, in effetti, la divergenza che abbiamo evidenziato ha anticipato in modo molto puntuale ed efficace la successiva inversione di tendenza dei prezzi che successivamente hanno preso la via del rialzo.
Su questo oscillatore le divergenze si generano con discreta frequenza su qualunque tipo di grafico e qualunque arco temporale e non è complicato individuarle, basta solo un po’ di allenamento.
Vediamo ora un altro esempio in Figura 2 ma con una condizione opposta, cioè con una divergenza ribassista.
Figura 2 – RSI in divergenza ribassista sull’indice Germany40
Restiamo sempre sull’indice Dax40 a su time frame 4 ore, proprio a conferma che non è affatto raro riscontrare la presenza di divergenze su questo oscillatore proprio in prossimità dell’esaurimento di un trend sia esso ribassista che rialzista come in questo caso.
Nel grafico in Figura 2 possiamo notare che a seguito di un movimento rialzista molto sostenuto la linea dell’RSI si porta al di sopra della soglia di 70 che, come detto in precedenza, rappresenta un valore di ipercomprato. Subito dopo i prezzi attuano una correzione verso il basso e poi tornano a salire andando a creare un massimo lievemente più alto del precedente, mentre l’oscillatore, sul secondo movimento verso l’alto, non è in grado di realizzare un massimo superiore al precedente.
Anche in questo caso come nel precedente siamo in presenza di una divergenza tra andamento dei prezzi (che mettono a segno nuovi massimi) e oscilltore che invece non riesce a fare altrettanto, denotando un rallentamento del trend in essere.
In questo caso la divergenza che si viene a creare è ribassista.
Questa volta la divergenza non genera una vera e propria inversione del trend tuttavia dà origine ad una correzione importante (oltre 500 punti indice),
Possono poi essere utilizzati altri filtri per rafforzare il setup di ingresso come pattern candlestick ad esempio oppure l’oscillatore può essere inserito esso stesso come filtro in strategie più complesse.
E’ doveroso tuttavia far presente che, specie in condizioni di trend molto forte, anche questo oscillatore, alla pari di molti altri simili, non è esente dal generare falsi segnali.
Per questo motivo occorre ricordare sempre di posizionare uno stop loss a protezione della posizione nel caso l’operazione non andasse come previsto.