Il doppio e il triplo minimo e il doppio e triplo massimo
Una delle figure di inversioni tra le più semplici da comprendere per chi si avvicina per la prima volta all’analisi tecnica è proprio quella del doppio o del triplo minimo.
Anche la formazione du questa figura, così come tutte le altre figure di inversione, presuppone che vi sia un trend da invertire , motivo per il quale non possiamo parlare di doppio o triplo minimo quando ci troviamo in una fase laterale del mercato.
Facciamo allora un piccolo passo indietro epr ricordare quando possiamo dire di essere in presenza di un trend, rialzista o ribassista che esso sia.
Secondo i canoni della analisi tecnica perché si possa parlare di trend rialzista dobbiamo essere in presenza di massimi e minimi crescenti. Si tratta di una situazione in cui gli operatori del mercato acquistano uno strumento finanziario (azione, indice, commodity, valuta) sul presupposto di poterlo rivendere ad un prezzo più alto, traendone un profitto.
Non ci interessa qui indagare i motivi per i quali questi operatori comprano; quello che qui rileva è che gli ingenti acquisti sul mercato provocano una tendenza ben definita che va sotto il nome di trend rialzista.
Chiaramente vale l’inverso nel caso gli operatori pensino che lo strumento finanziario debba essere destinato a perdere di valore. In questo caso lo strumento viene venduto con molta insistenza provocando una tendenza ribassista che vede le quotazioni perdere sempre più valore con un andamento di minimi e massimi questa volta decrescenti.
Come possiamo vedere nella immagine nel trend rialzista sono bene evidenti i minimi e i massimi crescenti che viceversa nel caso di trend ribassista saranno decrescenti.
Quello che in pratica succede è che in caso di trend rialzista (ma nel trend ribassista vale il viceversa) assistiamo a movimenti molto direzionali verso l’alto cui fano seguito dei movimenti contrapposti (detti “correzioni”) dovuti generalmente a prese di profitto degli operatori. Tuttavia, mentre le correzioni non sono tali da violare il minimo precedente, la ripresa del trend iniziale da invece luogo alla formazione di un nuovo massimo.
Va subito detto che sui mercati reali questa rappresentazione non è sempre così schematica e di semplice individuazione e varrà la pena approfondire questo argomento in un articolo appositamente dedicato al trend.
Naturalmente se l’andamento fosse sempre il medesimo avremmo solo trend rialzisti oppure ribassisti senza mai avere rovesciamenti di fronte e anche investire sarebbe molto semplice dal momento che potremmo avere la certezza che il trend sarebbe unico: basterebbe quindi comprare per avere prima o poi un profitto.
Ma così non è.
Il trend è normalmente soggetto a quelle che vanno sotto il nome di inversioni di tendenza.
Una delle figure più conosciute cui fa seguito una inversione di tendenza è proprio il doppio e triplo minimo o doppio e triplo massimo .
Vediamo allora come si forma e come riconoscerla sul mercato.
Partiamo dal trend ribassista
Ipotizziamo di trovarci in un trend saldamente ribassista connotato come abbiamo visto da massimi e minimi decrescenti.
Ad un certo punto, dopo l’ultimo rimbalzo, i prezzi tornano a scendere ma senza avere più la forza di rompere il minimo precedente a causa del ritorno dei compratori che in prossimità del minimo sostengono il prezzo impedendogli di proseguire il ribasso.
Il ritorno degli acquisti porta poi i prezzi a superare il massimo precedente interrompendo la sequenza di massimi e minimi decrescenti.
Vale, ovviamente il viceversa nel caso del doppio massimo, come possiamo vedere nell'immagine che segue.
Quella che si è formata è la classica figura di inversione nota in analisi tecnica con il nome di “doppio minimo” (o “doppio massimo”) capace in alcuni casi di rappresentare un vero e proprio cambio di direzione della tendenza in atto (da ribassista a rialzista nel caso del doppio minimo o viceversa da rialzista a ribassista per il doppio massimo.
Tuttavia può succedere che prima di invertire la tendenza il mercato vado a testare nuovamente l’area delimitata dai due minimi precedenti ma ancora una volta il ritorno degli acquisti spinge le quotazione a portarsi nuovamente sopra i massimi precedenti, questa volta in via definitiva.
E’ questo il caso della figura conosciuta come triplo minimo (o triplo massimo) che possiamo vedere raffigurata nella immagine.
Una piccola annotazione a vantaggio soprattutto di chi sta iniziando ad utilizzare queste figure di analisi tecnica. Ci si spetterebbe che i minimi e i massimi vengano segnati esattamente nello stesso punto. Ma così non è. Quando parliamo di minimi e di massimi dobbiamo abituarci a considerare questi livelli come aree di prezzo e non come livelli puntuali. Quindi la figura è comunque valida anche se il minimo sfiori di qualche tick/punto il minimo precedente o se ancora il secondo e/o il terzo minimo si fermi poco prima di arrivare al livello del precedente minimo (e lo stesso vale per il massimo).
Anche se il doppio e il triplo minimo (e massimo) sono pattern che hanno una buona probabilità di successo, come per moltissime altre figure di analisi tecnica non funzionano sempre.
Un elemento di estrema importanza per validare questa figura è il volume di scambio.
I volumi rappresentano le quantità scambiate di un dato strumento ad un determinato livello di prezzo.
In linea generale maggiori sono i volumi durante la formazione del doppio/triplo minimo o massimo maggiori sono le probabilità di successo del pattern e le possibilità che il trend inverta aumentano in modo considerevole.
In pratica si tratta di un principio generale legato all’utilizzo dei volumi di scambio come indicatore di tendenza: un livello di minimo con elevata partecipazione degli operatori del mercato, e dunque con un volume elevato, rappresenta spesso un ottimo livello di supporto mentre, per converso, se assistiamo alla formazione di un massimo con molti volumi saremo verosimilmente in presenza di un livello che funzionerà bene da resistenza e sarà in grado, almeno per il breve periodo, di arrestare la tendenza rialzista in atto.
Per valutare se siamo in presenza di elevati volumi sarà sufficiente osservare i volumi scambiati nel periodo immediatamente precedente a quello della formazione del minimo o del massimo.
Ecco che questo principio applicato alla figura di analisi tecnica che stiamo analizzando ci porta a concludere che il doppio/triplo minimo o massimo avrà maggiore valore e dunque sarà destinato ad avere maggiori probabilità di successo nell’invertire il trend quando saremo in presenza di un significativo aumento dei volumi di scambio.
Proviamo a vedere usl mercato reale come si comporta questa figura.
Per farlo prendiamo un esempio su tutti, un bellissimo triplo minimo “da manuale” sull’oro.
In questo grafico troviamo tutti gli ingredienti per classificare “da manuale” questo triplo minimo.
Abbiamo la formazione di un primo minimo a cui segue un rimbalzo a formare il massimo. I prezzi tornano a scendere e si arrestano in prossimità del minimo precedente. Da qui parte un nuovo rimbalzo che però ha vita breve perché senza avere la forza di raggiungere il precedente massimo si assiste al ritorno delle vendite. Tuttavia una volta raggiunta l’area delimitata dai due minimi precedenti abbiamo un prepotente ritorno degli acquisti che questa volta trovano la forza per andare a violare il massimo precedente completando così la figura di inversione.
Non solo. Successivamente assistiamo anche ad un fenomeno molto noto agli operatori di mercato che va sotto il nome di “pullback”.
Il pullback, di cui parleremo più diffusamente in un apposito articolo, è un fenomeno che si verifica molto spesso dopo la violazione di un livello di supporto o resistenza importante, sia esso statico o dinamico.
In pratica, nel caso concreto, dopo la violazione del livello di massimo della figura e la formazione di un nuovo max più alto si assiste ad un ritorno dei prezzi a testare il livello del massimo precedentemente violato che questa volta funzionerà da supporto facendo ripartire i prezzi al rialzo.
Questo scambio dei ruoli tra resistenza e supporti è tipico delle figure di analisi tecnica e riveste particolare importanza nel rafforzare il completamento del doppio / triplo massimo /minimo.
Ultima annotazione riguarda l’obiettivo di prezzo della figura, ovvero quello che comunemente è chiamato “target”.
Esiste un modo molto semplice per cercare di comprendere fin dove i prezzi possono spingersi una volta che la figura sia completata.
Nel caso del doppio/triplo minimo (ma vale lo stesso per il doppio /triplo massimo) è sufficiente misurare l’altezza della figura (distanza tra minimo e massimo) e proiettarla dal punto di massimo.
Un esempio come sempre vale più di mille parole.
In pratica la linea tratteggiata blu, che misura l’altezza della figura al minimo al massimo, viene proiettata a partire dal massimo precedente ad individuare la possibile area di target della figura, in questo caso perfettamente raggiunta e ampiamente superata.
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