Bitcoin sempre più maturo rivede i massimi: cosa aspettarsi

Analisi del Bitcoin
Da Raffaele Costa

DUE PIZZE PAGATE 1,03 MILIARDI DI DOLLARI

Tanto avrebbe pagato, al cambio attuale, nel 2010 Laszlo Hanyecz allorché fece il primo acquisto della storia in Bitcoin spendendo 10.000 unità che all'epoca valevano circa 30 dollari.

I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri

Invece, il primo tasso di cambio fu fissato il 5 ottobre 2009 dal New Liberty Standard a 0,000764 dollari per unità di Bitcoin.

Quando il 3 gennaio 2009, Satoshi Nakamoto minò il primo blocco, incorporò all'interno del codice il messaggio "The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks", negli anni della grande crisi finanziaria, un riferimento non casuale alla fragilità e alle contraddizioni del sistema bancario tradizionale suggerendo un'alternativa indipendente.

UN RUOLO IN VELOCE EVOLUZIONE

La blockchain nasce per dare alle persone uno strumento digitale sicuro, trasparente, decentralizzato e disintermediato e Bitcoin non è solo una valuta digitale, ma un fenomeno che ha ridisegnato il panorama finanziario fin dalla sua nascita.

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Dopo aver raggiunto la parità con il dollaro USA nel febbraio 2011, la credibilità del Bitcoin come potenziale investimento ha iniziato a consolidarsi.

Il 2020 ha segnato un punto di svolta, allorché nel diffuso rallentamento economico causa pandemia, Bitcoin emerge come bene rifugio attirando investimenti significativi che porteranno i prezzi a segnare nuovi massimi storici.

L’ADOZIONE ISTITUZIONALE

Con gli ETP (exchange-traded product) che hanno superato i 34 miliardi di dollari di afflussi netti nel 2024 ed un valore complessivo di circa 115 miliardi di dollari, gli investitori istituzionali reputano ormai il Bitcoin un asset core piuttosto che speculativo ciò che agevola il processo con cui le criptovalute stanno diventando mainstream.

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Indicativo è che il crypto exchange Coinbase Global è appena entrato nello S&P500 diventando la prima società del settore nell'indice ciò rende probabile un aumento di liquidità in ingresso perché i fondi indicizzati e etf dovranno necessariamente acquistare le relative azioni per rispettare l’esposizione all’indice.

Proprio gli istituzionali hanno aumentato le loro partecipazioni di recente come evidenziato dai dati di Glassnode che mostrano un Bitcoin Accumulation Trend Score (ATS) al valore di 1 il quale denotando come le whale abbiano nell’ultimo mese accumulato ulteriori Bitcoin restituisce un segnale di fiducia verso il mercato.

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Agevolano il processo anche la crescente chiarezza normativa e le politiche favorevoli alle criptovalute della nuova amministrazione statunitense che risulta essere la prima dichiaratamente favorevole alle criptovalute

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Con una capitalizzazione di mercato superiore ai 3.000 miliardi di dollari, le criptovalute rappresentavano circa l'1,5% nel mercato globale. Questo significa che, in termini di capitalizzazione di mercato, l'asset class risulta paragonabile a categorie consolidate come le obbligazioni ad alto rendimento, le obbligazioni indicizzate all'inflazione e le azioni small cap dei mercati emergenti.

Inoltre, le stablecoin che elaborano miliardi di transazioni giornaliere e la tokenizzazione degli asset che immettono nuova liquidità nei mercati privati stanno aiutando la tecnologia blockchain a consolidare il suo ruolo di pilastro di quello che potremmo definire come moderno sistema finanziario.

Tuttavia, è bene ricordare come pur nella volontà a livello internazionale di definire un quadro normativo per le criptovalute, ma la mancanza di armonizzazione internazionale e la possibilità di normative più restrittive possono introdurre incertezza, limitando l’adozione e in definitiva influenzando la liquidità del Bitcoin.

BITCOIN COME ASSET DA RISK-ON

Il 2024 è stato anche un anno in cui Bitcoin ha consolidato il suo status di asset macro mostrando sempre più chiaramente un andamento legato ai cambiamenti geopolitici e macroeconomici.

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Storicamente si può apprezzare come il comportamento di Bitcoin in risposta agli eventi globali sia stato sempre più aderente a quello dello S&P500.

Osservando la correlazione, si è passati da un accenno di decorrelazione nel 2019 ad un progressivo ed inesorabile aumento del coefficiente che ne misura la forza che nel 2024 non è mai sceso sotto lo 0.86 evidenziando la robustezza del fenomeno.

Gli ETP su Bitcoin hanno visto un interesse sempre più ampio da parte degli investitori istituzionali, che hanno riconosciuto il potenziale della criptovaluta come asset volatile in grado di migliorare i profili di rischio-rendimento dei loro portafogli multi-asset

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Questo porta WeesdomTree, ad esempio, a stimare che un'allocazione neutrale al Bitcoin pari approssimativamente all'1,5% possa diventare uno standard ampiamente accettato.

Il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta, con la massima convergenza tra asset digitali, blockchain e finanza tradizionale.

Il Bitcoin, spesso definito “oro digitale”, si è ricavato un ruolo come riserva di valore soprattutto tra gli investitori esperti di tecnologia e più propensi al rischio.

Ovviamente, in termini di capitalizzazione Bitcoin non è ancora paragonabile all’oro visto che quest’ultimo vale circa 18.000 miliardi di dollari ma possiamo immaginare che il divario potrebbe continuare a ridursi parallelamente alla sempre maggiore adozione di Bitcoin.

Di recente ha assunto una certa importanza e seguito il rapporto Bitcoin/Oro.

Con l'intensificarsi dell'interazione tra le due riserve di valore, il rapporto diventa un potente barometro per valutare le mutevoli maree delle strategie di investimento e del sentiment economico globale.

Mentre l’oro continua a rappresentare un rifugio per gli investitori conservativi, Bitcoin potrebbe offrire il duplice ruolo di copertura e crescita.

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Interessante notare come il periodo di aumento dei tassi al fine di combattere l'inflazione ha pesato sugli asset di rischio in generale e quindi anche su Bitcoin, esaltando il ruolo dell’oro come bene rifugio tradizionale.

Viceversa, in occasione dell’allentamento monetario, penalizzando l’oro in quanto non produce reddito, incoraggiata l’assunzione di rischio anche sfruttando il basso costo del denaro per finanziare direttamente acquisti di criptovalute ritenute capaci di ricompensare con prospettive di ampi guadagni.

Insomma, i dati disponibili indicano Bitcoin come uno strumento in linea non solo con l’azionario globale ma addirittura, più precisamente, con la componente growth dello stesso

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Ancora più eloquentemente, 21Shares afferma che “…gli investitori istituzionali ora trattano il Bitcoin in modo simile ai titoli tecnologici, creando modelli di trading sincronizzati durante gli eventi macroeconomici”.

Nonostante tutto, la maturazione di Bitcoin rispetto al passato la si può apprezzare anche dal punto di vista della volatilità.

CheckSig ad esempio calcola che, se prendiamo quella annualizzata a 90 giorni, questa si è quasi dimezzata negli ultimi quattro anni passando da un notevole 95% al 52% circa (dati al marzo 2025).

Sembra pacifico che la volatilità in generale nei mercati di rischio non faccia bene al Bitcoin.

Timothy Peterson, economista della rete Bitcoin, sostiene che l'indice VIX è sceso sostanzialmente a 18 da 55 negli ultimi 25 giorni di trading ciò che implica un clima “risk-on”, favorevole ad asset come Bitcoin.

A tale proposito, molto interessante risulta un recente studio di WeesdomTree condotto nel tentativo di spiegare in generale cosa determina i movimenti di Bitcoin.

Ebbene, dopo avere scartato una serie di dati e ipotesi la società dà evidenza che 2 elementi hanno certamente un impatto sullo strumento e sono la volatilità (VIX), con una correlazione inversa, e il numero di numero di indirizzi unici che ricevono fondi con una correlazione diretta

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Risulta evidente come la lettura di questi 2 indicatori spieghi, con una confidenza del 95% dice WeesdomTree, i movimenti del prezzo spot di Bitcoin e si spiega il perché visto che un maggior numero di indirizzi di ricezione denota maggiore interesse e una più intensa attività.

Comunque, la volatilità particolarmente severa cui può andare incontro l’asset resta una delle principali fonti di rischio per gli investitori che, se non adeguatamente preparati e consapevoli, anche in un mercato complessivamente in guadagno posso registrare perdite ingenti in conseguenza di attività di investimento e disinvestimento frequenti.

A tal proposito lo Z-score del volume delle transazioni di Bitcoin, che misura la differenza tra il volume attuale delle transazioni e la media, viene utilizzato proprio per valutare l'attività della rete e l'interesse del mercato

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Oggi l’indicatore è prossimo a varcare il valore di 1 entrando in una zona dove più spesso si associa a tendenze rialziste, anche se non vi è una correlazione che possa garantire la direzionalità.

Per contro, i picchi dell'indice VIX hanno avuto un effetto notevolmente ribassista sul prezzo del Bitcoin essendo questo.

COSA RAGIONEVOLMENTE ASPETTARSI PER IL FIUTURO

Molto pragmaticamente, una delle motivazioni del calo del Bitcoin in questo inizio 2025 è legato alle preoccupazioni che i dazi commerciali possano innescare un rallentamento economico con inflazione ostinata e tassi mediamente elevati

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Una prova possiamo trovarla nel comportamento dei titoli di stato americani dove si sono registrati aumento dei rendimenti sulle scadenze più lunghe, per le preoccupazioni legate all’inflazione attesa, ed un calo su quelle più brevi per le preoccupazioni di indebolimento del ciclo economico con attese di allentamento monetario.

Una conferma che i dazi fossero indigesti per la propensione al rischio la troviamo anche nel comportamento del Bitcoin stesso che ha preso a salire decisamente dal 9 aprile, giorno in cui Trump annuncia l’ammorbidimento sui tempi di applicazione dei dazi.

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Una delle costanti nel recente comportamento dei prezzi si è rivelata essere la lettura dei flussi in ingresso negli etf. Di solito associati a fiducia degli operatori hanno spesso accompagnato l’evoluzione dei prezzi.

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Si può osservare come afflussi netti positivi preannuncino spesso evoluzioni positive dei prezzi e, anche se non possiamo assumerlo come certo, gli attuali afflussi potrebbero rivelarsi di sostegno.

COSA ASPETTARSI NEL PRESENTE

Il declassamento del debito pubblico americano ad opera di Moody’s potrebbe rivelarsi nel presente un market mover importante, non tanto per le sue strette implicazioni quanto per riflessi più ampi, a catena potremmo dire, su altre asset class.

L’agenzia toglie la tripla A al debito sovrano, causa eccessivo debito e connessi oneri di rimborso, tuttavia modifica l’outlook da negativo a stabile.

Questo dato analizzato nel contesto di una possibile recessione associata ad inasprimenti geopolitici legati ai dazi, potrebbe creare indirettamente delle opportunità indirette.

Normalmente una recessione porta un peggioramento del rapporto deficit/PIL a causa dell’aumento del numeratore (politica fiscale espansiva per contrastare debolezza economica) e della diminuzione del denominatore per la contrazione attesa sul PIL.

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Considerando l’elevato costo del debito in rapporto al PIL, questo potrebbe portare ad una necessità di taglio dei tassi e, per quanto prospettato prima circa la relazione tra allentamento monetario e prezzo del Bitcoin, crearsi così un ambiente favorevole all’assunzione di rischio.

Attualmente i prezzi di Bitcoin insistono sui massimi storici dopo avere consolidato l’importante supporto in area 72.000$ e mantenendosi sopra la gtrendline rialzista che sta sostenendo la recente performance.

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Il trend si mantiene solido e di qualità, come certificato dalla circostanza che ogni media ha sotto quella più lenta rispetto ad essa.

In particolare, sul grafico settimanale, l’attuale gamba rialzista sembra sia gestita dalla ema50 la quale si è fatto carico di sostenere i prezzi in occasione di ogni ritracciamento

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Particolarmente interessante tecnicamente risulta la golden cross del novembre 2023 coincisa con il superamento di slancio di una zona di resistenza importante nella lontana area dei 32.000$.

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Il consolidamento del supporto a 74.000$ è avvenuto con una falsa rottura nella, settimana in cui Trump faceva parziale retromarcia sui dazi, ed un conseguente doppio minimo che da manuale ha portato velocemente i prezzi al contatto coi massimi storici.

Un altro aspetto molto interessante e osservare come, sostanzialmente, i punti di minimo e massimi importanti nel lungo periodo siano condivisi tra Bitcoin e S&P500.

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Questo fa riflettere su come, in definitiva, nonostante le innumerevoli particolarità tecniche che contraddistinguono Bitcoin e che non troviamo in nessun'altra asset class, il comportamento è assolutamente sovrapponibile.

Halving, attività della rete, numero di indirizzi unici, comportamento delle whale, stacking ed altri innumerevoli tecnicismi non sono sufficienti a conferire a Bitcoin uno status particolare dal punto di vista tecnico.

Questo è un aspetto molto importante perché significa che, come stanno facendo largamente gli investitori istituzionali, può essere pensato più in generale nei portafogli di investimento con benefici, come abbiamo visto più sopra, in termini di miglioramento della qualità della performance.

Indirettamente i benefici sono anche per gli altri investitori, i retail, che possono beneficiare di tutta la potenza di Bitcoin ma con un’accresciuta maturità che si pensa posso solo aumentare in futuro.

Una nota negativa la troviamo in rapporto al RSI14 dove si evidenzia una divergenza

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Non solo i massimi dei prezzi non sono stati seguiti dal RSI ma anche i punti di minimo che segnano i swing per i prezzi corrispondono a minimi in linea per RSI.

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Inoltre, i volumi associati ai massimi storici sono deboli, così come quelli che hanno accompagnato in queste settimane i prezzi a rivedere i massimi nuovamente.

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Si tenga anche conto della candela di indecisione sui massimi che induce alla cautela in vista di un possibile ritracciamento alla ricerca magari di maggiore convinzione in un prossimo eventuale tentativo rialzista.

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