Che cos’è il Relative Strength Index?
Il Relative Strength Index (RSI) è un indicatore di momentum che misura la velocità e i movimenti di prezzo di un asset su un determinato periodo di tempo. Questo oscillatore è stato progettato per aiutare i trader a capire quando un asset è oversold od overbought.
Questo indicatore può essere utilizzato per diversi tipi di time-frame, ad esempio minuti, ma anche ore e giorni. Può essere calcolato anche su periodi di tempo diversi: quelli da 9 unità, 14 unità o 25 unità sono i più comuni. Ovviamente, più è breve il periodo di tempo preso in considerazione per il calcolo, più sarà volatile l’RSI.
Time-frame più brevi o più lunghi sono utilizzati a seconda delle previsioni che si vogliono ottenere (anch’esse lunghe o brevi). L’RSI è uno dei principali indicatori, progettato per suggerire ai trader le negoziazioni più remunerative in anticipo rispetto agli altri indicatori, che l’RSI batte sul tempo. Gli altri indicatori, inoltre, sono sostanzialmente meno affidabili e possono dare falsi segnali.
Che cos’è un indicatore di momentum?
Un indicatore di momentum si distingue per il fatto che misura la velocità dei movimenti di mercato. In sostanza, rappresentano un modo per realizzare un trend a breve termine nel movimento di prezzo di una security e fornire informazioni sulla sostenibilità dei movimenti a breve termine producendo segnali di ovebought o di oversold.
Come fare trading con l’RSI
L’indicatore RSI oscilla fra 0 e 100, con i limiti di 30 e 70 stabiliti tradizionalmente per indicare quando un asset è oversold od overbought. Si considera un asset overbought quando l’RSI è oltre 70, segnale di una possibile inversione del trend. Con questo oscillatore i trader possono aspettare il momento in cui l’RSI scende sotto 70 per aprire una posizione corta.
Quando invece l’RSI raggiunge o scende sotto 30, l’indicatore suggerisce che l’asset è oversold. L’idea è quella di aprire una posizione lunga quando l’RSI supera 30, nella speranza che il mercato stia salendo di prezzo.
Un altro metodo è quello di utilizzare i picchi positivi e quelli negativi come fasce dell’RSI. L’indicatore non le raggiungerà frequentemente, ma questi livelli indicano un momentum più forte (fasce a 90 e a 10, oppure a 80 e a 20).
Si può prendere in considerazione il livello RSI 50, la linea di mezzo, per avere la conferma che un trend stia prendendo forma. Un trend al ribasso viene confermato quando l’RSI interseca questa linea scendendo sotto il 50. Un trend al rialzo, invece, con l’RSI interseca e supera il 50.
Un altro utilizzo dell’RSI consiste nella ricerca della divergenza fra l’RSI e l’asset price. Quando il prezzo raggiunge un nuovo picco positivo, ma l’RSI no, si tratta di una divergenza al ribasso all’interno un trend positivo.
Quando il prezzo raggiunge un nuovo picco negativo, ma l’RSI no, si tratta di una divergenza al rialzo durante un trend negativo. Quando c’è una divergenza, spesso c’è anche alta probabilità di un ritracciamento di prezzo: un’inversione temporanea della direzione dell’asset price che procede in direzione opposta al trend prevalente. Questa situazione può fornire segnali di vendita o di acquisto a breve termine.
Chi ha inventato l’RSI?
Il Relative Strength Index è stato formulato dall’ingegnere meccanico, trader e analista tacnico J. Welles Wilder Jr. First, che presentò l’indice del suo libro “New Concepts in Technical Trading Systems”.
All’epoca Wilder negoziava su azioni e commodities, riscontrando un problema: anche se il trend di prezzo era in forte crescita, non poteva sapere in tempo reale se il prezzo fosse troppo alto per aprire una posizione lunga. Lo stesso valeva anche per il caso contrario. Questo aveva in mente Wilder, quando ideò l’RSI.
Oggi l’RSI è diventato uno fra gli indicatori di oscillazione più diffusi e viene utilizzato da molti trader, con diverse strategie di trading RSI.
Formula RSI: come si calcola l’RSI?
L’RSI si calcola normalizzando il relative strength factor (RS). La relative strength si misura dividendo il profitto medio per la perdita media. Il profitto medio è dato dalla somma dei cambiamenti di prezzo al rialzo degli ultimi X periodi di tempo (solitamente sono 14, come raccomandato dagli sviluppatori dell’indicatore) divisa per il numero di periodi per raggiungere la media.
La perdita media è data dalla somma dei cambiamenti di prezzo al ribasso nella stessa quantità di periodi, divisa per lo stesso numero di periodi. Il relative strength factor (profitto medio diviso perdita media) viene convertito in un relative strength factor index fra 0 e 100, per produrre l’RSI = 100 – 100 / (1+RS). Questo è il metodo di calcolo dell’RSI.
RSI vs oscillatore stocastico: qual è la differenza ed è possibile negoziare con l’RSI e gli oscillatori stocastici?
L’RSI e gli oscillatori stocastici sono entrambi indicatori di momentum dell’analisi tecnica. Rappresentano infatti due fra i più diffusi oscillatori in questo campo. Si somigliano nel loro utilizzo, ma le basi matematiche su cui si fondano sono diverse. L’RSI guarda al profitto medio rispetto alla perdita media su un determinato numero di periodi. L’oscillatore stocastico, invece, considera il prezzo di chiusura relativo al picco più alto e a quello più basso in un determinato time frame.
Alcuni trader, per fornire un segnale di trading più forte, combinano l’RSI con gli oscillatori stocastici. Anche se i due segnali si trovano a livelli diversi, è proprio la loro combinazione che conferma un segnale più forte al trader. È bene ricordare, tuttavia, che la combinazione di questi due segnali non sempre porta ad un segnale di trading più forte.
