Un indice si compone di un paniere selezionato di azioni o altri strumenti finanziari rappresentativi di un dato segmento di un mercato. La composizione di un indice viene decisa da chi lo gestisce attenendosi a criteri specifici, tra cui, a titolo esemplificativo, la capitalizzazione di mercato, il settore, la liquidità e la posizione geografica.
Molti indici sono ponderati per la capitalizzazione di mercato, il che significa che le aziende che vantano una valutazione più elevata hanno un peso specifico maggiore nel determinare l’andamento degli stessi. Alcuni indici riguardano specifici comparti (come la tecnologia o l'assistenza sanitaria) o settori, così da offrire uno spaccato delle rispettive performance.
Gli indici possono anche rappresentare i mercati nazionali (come il Nikkei 225 per il Giappone), i mercati regionali (come l'Euro Stoxx 50 per l'eurozona) o persino i mercati internazionali.
Mentre la maggior parte degli indici raggruppa azioni di aziende quotate in borsa, alcuni di essi replicano altro, ad esempio l'andamento delle obbligazioni governative o societarie. Gli indici possono essere costituiti anche da altre tipologie di asset, come le materie prime.
Come avviene con qualsiasi mercato finanziario, anche il trading sugli indici presenta sia vantaggi che svantaggi. Prima di cominciare a effettuare operazioni, è fondamentale comprenderne i pro e i contro.
Essendo rappresentativi di un'ampia gamma di settori e aziende, gli indici possono favorire la diversificazione del portafoglio. Ciò può ridurre i rischi associati al trading di titoli individuali. Ma ciò non significa che il trading sugli indici sia esente da rischi, giacché la loro valutazione può comunque oscillare rapidamente e in maniera inattesa, con conseguente perdita di quote ingenti del proprio capitale.
Se si opta per la speculazione sulla quotazione di un singolo indice azionario anziché sulle azioni di singole società, non è necessario effettuare ricerche approfondite sulle performance delle aziende. Ma occorre comunque consultare le notizie passibili di condizionare il mercato, perché riguardanti il Paese o il settore che un dato indice replica.
Capital.com consente di utilizzare i contratti per differenza, noti anche come CFD, per aprire posizioni su un indice, così da poter avvalersi della leva finanziaria. Ciò fa sì che sia possibile gestire posizioni di valore superiore a quanto depositato inizialmente, il cosiddetto margine, il che può, però, amplificare sia i profitti che le perdite in un breve arco di tempo. Prima di iniziare a operare sugli indici, occorre acquisire consapevolezza dei meccanismi operativi di questi prodotti complessi.
Prima di cominciare a operare in qualsiasi mercato, e in particolar modo sugli indici, è opportuno consultare periodicamente tutte le novità per avere il polso degli indicatori economici internazionali, degli avvenimenti politici e di tutti gli altri fattori che possono determinare fluttuazioni degli indici. È consigliabile riflettere sul tempo a disposizione e sulla volontà di dedicarsi a questa attività.
È inoltre necessario prendere coscienza dei rischi associati al trading di indici e stabilire se si è in grado di assumerli. Il trading di indici, in particolar modo di prodotti a leva come i CFD, è foriero di rischi notevoli, in quanto il ricorso alla leva può amplificare sia i profitti che le perdite in un breve arco di tempo.
Può essere opportuno esercitarsi a fare trading su un account demo esente da rischi prima di iniziare a operare sugli indici con denaro vero. Molte piattaforme di trading mettono a disposizione account demo che consentono di fare pratica effettuando operazioni con denaro virtuale, così da acquisire consapevolezza delle dinamiche dei mercati senza rischiare di perdere denaro vero.
È inoltre opportuno assicurarsi che il broker a cui ci si affida sia regolamentato da un organismo autorevole e che la sua offerta includa gli indici, nonché altri mercati e strumenti su cui si vuole operare.